Il dialogo interreligioso nella vita quotidiana
Nella città di Gerico ci sono solo cinquecento cristiani su 25 mila abitanti, per la maggior parte musulmani; e dei cristiani solo 250 sono cattolici, l’1 per cento della popolazione. Nonostante i piccoli numeri però esiste un dialogo concreto tra cristiani e musulmani, che nasce da molti aspetti della vita quotidiana. Qui a Gerico, ad esempio, la gente si scambia le visite nei momenti più difficili e importanti: in caso di condoglianze, matrimoni, o nelle feste religiose. E questo favorisce la conoscenza reciproca. È anche vero che, nonostante tutto, molta gente a Gerico non conosce i cristiani. Per questo io cerco di essere presente in tutte le manifestazioni pubbliche della città.
Il fatto che il parroco cattolico incontri i responsabili religiosi musulmani, come il muftì della città o lo sheikh della moschea, costruisce un clima diverso e la convivenza tra musulmani e cristiani diventa più facile. Con lo sheikh della moschea ho un buon rapporto: siamo d’accordo che dobbiamo andare avanti nelle cose che condividiamo e per quello che ci divide, quasi scusandoci, dobbiamo trovare il modo di intenderci e vivere insieme.
Certo, la condivisione con l’altro può riguardare solo una parte della nostra vita quotidiana. Come noi non possiamo pretendere di cambiare chi crede nel Corano, così anche i musulmani devono rispettare noi e la nostra fede. Questo tipo di dialogo interreligioso, vissuto nella vita concreta, è molto più produttivo di un dialogo fatto solo di parole.