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Dentro l’Italia ebraica

Carlo Giorgi
14 aprile 2010
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Dentro l’Italia ebraica

Guardare l'Italia dal punto di vista insolito dell'ebraismo e dell'ebraicità. È il compito che si prefigge questo testo bilingue che permette di conoscere ogni tipo di attività culturale, religiosa e commerciale dell'ebraismo tricolore, dalla Sicilia alle vette dell'Alto Adige. Ne è autore ed editore Meyer Piha, instancabile divulgatore della cultura ebraica nel Bel Paese.


Guardare (e scoprire) l’Italia da un punto di vista insolito: quello dell’ebraismo e dell’ebraicità. Si intitola The complete Italy Jewish Guide («Guida completa all’Italia ebraica»), il manuale bilingue italiano/inglese che permette di conoscere ogni tipo di attività culturale, religiosa e commerciale dell’ebraismo tricolore, dalla Sicilia alle vette dell’Alto Adige.

Autore ed editore del volume – pubblicato per la prima volta nel 2006 – è Meyer Piha, ebreo italiano, economista (laureato in Bocconi, a Milano) e instancabile divulgatore della cultura ebraica nel nostro Paese.

La guida curata da Meyer si può dividere in due parti principali. Una prima di tipo «regionale»; e una seconda «culturale e turistico». Nella prima parte del volume ecco emergere l’Italia ebraica: regione dopo regione è catalogato tutto quel che si può trovare conforme alla religione del «popolo eletto» in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino, Veneto-Friuli (nonché in Costa Azzurra, a onor del vero, terra francese).

Il capitolo riguardante ciascuna regione è introdotto da un paragrafo storico sulla presenza ebraica, fatta di arrivi, espulsioni, diritti conquistati o mortalmente negati nel corso dei secoli. Pagine che fanno conoscere una storia nuova, forse perché cancellata, e spesso dolorosa del nostro Paese. Seguono, regione per regione, gli elenchi di comunità , sinagoghe, cimiteri e alberghi, ristoranti e musei, negozi e agenzie turistiche ebraiche; tutti provvisti di riferimenti e indirizzi. Utili ugualmente per un turista ebreo straniero o per uno italiano e non ebreo.

La seconda parte del volume è suddivisa in capitoli tematici: un primo capitolo schiettamente turistico, con l’elenco degli alberghi, le agenzie di viaggio e i musei ebraici in tutta Italia; poi il capitolo sulle sinagoghe, i negozi kosher e di articoli (libri, gallerie d’arte) legati al mondo ebraico. Poi i ristoranti e i servizi per il catering o le location per gli eventi. I centri ebraici, gli organizzatori di matrimoni e le orchestre di musica ebraica; le farmacie kosher e le residenze per gli anziani.

Altro capitolo di grande interesse del volume è quello relativo alla presenza della comunità italiana in Israele. Associazioni di immigrati italiani, ristoranti tipici, ma anche studi legali o immobiliari italiani; istituti di cultura, giornali, associazioni di volontariato a Gerusalemme, Tel Aviv, Eilat, Haifa e al Kibbutz Lavi. Completa l’opera un lungo capitolo, posto al centro del volume, sul cibo e le bevande kosher. Il taglio è più normativo e didattico.

La guida, di cui nel 2011 uscirà una versione aggiornata con l’aggiunta di nuovi capitoli, è introdotta dai messaggi augurali delle maggiori personalità dell’ebraismo israeliano e italiano. Spiega il successo del volume, nella sua Introduzione, rav Elia Richetti, rabbino capo di Venezia: «Religioso o no, sensibile ai valori della tradizione o meno, frequentatore abituale della Sinagoga o assente, credo che non esista ebreo che trovandosi in un luogo lontano da casa , per turismo o per lavoro, non cerchi di sapere se in quel luogo esiste traccia di presenza ebraica, presente o remota. È forse questa scintilla di ebraismo che esiste in ognuno di noi a far sì che si cerchino le informazioni di questo tipo».

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