In questi mesi nella Custodia di Terra Santa è in corso quel lungo processo che in tutte le province religiose dell’Ordine dei frati minori conduce periodicamente all’elezione di un nuovo responsabile – il ministro provinciale o, nel nostro caso, il Custode – e alla convocazione del Capitolo.
Il Capitolo custodiale è fissato dal 5 al 15 luglio prossimo nel convento di San Salvatore, il quartier generale della Custodia a Gerusalemme, ed è una riunione di delegati eletti dai frati con il compito di fare il punto sulla vita della comunità ed eleggere il vicario e i consiglieri del Custode nell’attività di governo dei francescani che da otto secoli presidiano i luoghi più cari alla cristianità.
In tutte le entità dell’Ordine questo itinerario è accompagnato da un rappresentante del ministro generale: il visitatore. Il 25 giugno scorso, il ministro generale fra José Rodriguez Carballo ha affidato a fra Francesco Bravi, suo vicario generale tra il 2003 e il 2009, il compito di rappresentarlo presso la Custodia.
Cinquantaquattrenne, lodigiano per nascita, Bravi appartiene alla provincia lombarda dei minori. Gli abbiamo chiesto di spiegarci quali siano le incombenze di un visitatore generale.
«Il visitatore – spiega fra Bravi – va a nome del ministro generale tra i frati a cui è inviato. Questa visita avviene in genere ogni sei anni (in taluni casi ogni tre), alla scadenza del mandato del provinciale o del custode di ogni provincia o custodia dell’Ordine. Il compito primario del visitatore è di verificare la vita e la missione dei frati. Deve incontrarli uno ad uno e recarsi, anche con l’aiuto di un assistente visitatore, in tutte le comunità».
I passi da compiere sono tanti. Continua il francescano: «È un lavoro che sostanzialmente, dal momento della nomina fino all’ultimo atto, dura un circa anno. A partire dallo scorso ottobre ho visitato tutti i conventi della Galilea, della Giudea, della Giordania e le case della Custodia in Italia. Il visitatore assistente, fra Jimmy Zammit, si è recato invece in Siria e Libano, a Cipro, a Rodi e nelle case di Washington e Buenos Aires».
La terna di nomi tra i quali verrà scelto il Custode di Terra Santa viene formata con una duplice votazione a scrutinio segreto che coinvolge tutti i frati che abbiano già emesso la professione solenne dei voti di castità, povertà e obbedienza. Dalla prima votazione emerge una rosa di 12 frati che il visitatore rende pubblica. Col secondo turno si determina invece la terna, che il visitatore comunica solo al ministro generale, accompagnandola con una relazione sul lavoro svolto fino a quel momento. Il visitatore stende anche un rapporto indirizzato al Capitolo, che egli stesso presiede, benché a quel punto sia normalmente già noto il nome del nuovo padre Custode.
Dato che parliamo di Terra Santa, luogo caro non solo all’Ordine francescano ma anche alla Chiesa intera, nella nomina del Custode interviene direttamente la Santa Sede (per le altre province dell’Ordine l’ultima parola spetta al generale). Il ministro generale dei frati minori, infatti, ricevute la terna e la relazione dal visitatore, mette la questione nelle mani della Congregazione per le Chiese orientali a cui segnala le sue osservazioni. L’esito finale di questa procedura è che il Vaticano sceglie il Custode e ne pubblica il nome così come fa per ogni altra nomina papale.
«Il mio lavoro – osserva fra Bravi – si concluderà dopo il Capitolo, con il congresso capitolare che dovrò convocare per procedere alla composizione delle comunità di frati (che cambiano periodicamente – ndr). Al congresso prendono parte il visitatore, il nuovo Custode e il suo consiglio. Conto di portare a termine il mio incarico entro agosto. Conoscevo già bene la Terra Santa per esserci stato varie volte ed essere stato membro del definitorio generale dell’Ordine (cioè il consiglio del ministro generale – ndr) fino al capitolo del 2009. Stavolta, però, è stato come compiere un pellegrinaggio speciale e l’incontro con tutti i frati di una realtà tanto ampia e composita è stato particolarmente bello».