La Chiesa cattolica celebra il 2 febbraio, la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, la quattordicesima Giornata per la vita consacrata. Nel numero di gennaio-febbraio, la rivista Terrasanta dedica il dossier centrale all'esperienza dei contemplativi nei Luoghi Santi, raccontando l'esperienza delle clarisse di Gerusalemme, delle carmelitane di Nazaret, dei Piccoli fratelli di Nazaret e dei monaci trappisti di Latrun. La presenza orante dei monaci e delle monache in Terra Santa è un vero e proprio «tesoro prezioso», come ha più volte sottolineato il patriarca latino di Gerusalemme mons. Fouad Twal. Ma quanti sono e dove sono?
(c.g.) – La Chiesa cattolica celebra il 2 febbraio, la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, la quattordicesima Giornata per la vita consacrata. Nel numero di gennaio-febbraio, la rivista Terrasanta dedica il dossier centrale a una particolare forma di vita consacrata: quella dei contemplativi nei Luoghi Santi, raccontando l’esperienza delle clarisse di Gerusalemme, delle carmelitane di Nazaret, dei Piccoli fratelli di Nazaret e dei monaci trappisti di Latrun.
La presenza orante dei monaci e delle monache in Terra Santa è un vero e proprio «tesoro prezioso», come ha più volte sottolineato il patriarca latino di Gerusalemme mons. Fouad Twal. «Il monachesimo in Terra Santa oggi – rimarca l’arcivescovo – non dovrebbe essere una realtà marginale o una semplice ricerca personale di Dio. Il monaco e la monaca dovrebbero dare testimonianza al primato di Dio nella vita degli uomini; tendere alla santità, vivendo il binomio ora et labora».
Il ruolo dei contemplativi e delle contemplative – ai quali la Chiesa dedica ogni 21 novembre la speciale Giornata Pro orantibus – è però ancora più vasto. Per chi si trova a condividere le gioie e le sofferenze della Chiesa madre di Gerusalemme, si spalanca necessariamente questa missione: «Pregare per il mondo e la Chiesa e farsi carico dei problemi di cui soffrono tanti uomini e donne: le guerre, l’assenza di pace, la povertà, la fame, la mancanza di lavoro, le persecuzioni, le divisioni nella Chiesa, la mancanza di sacerdoti, senza trascurare i bisogni personali delle famiglie e degli individui che chiedono consiglio e preghiera. Il monaco fa suo l’anelito all’ecumenismo e al dialogo interreligioso. I monasteri in Terra Santa possono essere luoghi dove fioriscono il dialogo ecumenico e interreligioso. Con la loro preghiera, l’apertura, l’accoglienza, l’ospitalità e gli scritti, i monaci riflettono il vero volto della Chiesa, sono strumento di salvezza per tutta l’umanità. (…). È ben giusto dire che i monaci e le monache della Terra Santa sono un prezioso tesoro per la Chiesa di Gerusalemme».
Ma quante sono oggi queste «sentinelle» che vegliano e pregano per la Chiesa nella terra che per prima ha conosciuto la Salvezza?
Secondo le statistiche pubblicate dalla rivista Pro Orantibus, edita dal Segretariato assistenza monache, il numero delle contemplative è oggi preponderante in Terra Santa: tre volte più alto di quello dei monaci. In rapporto alla comunità cristiana di Israele e Palestina (circa 170 mila cristiani), il numero delle monache e dei monaci è consistente: 184 le donne, 64 gli uomini, distribuiti in 23 case. Si tratta di una statistica comunque incompleta, perché si riferisce agli ordini della Chiesa cattolica. Non sappiamo quanti siano i monaci e le monache ortodossi, copti, siriaci ed etiopi.
Tra le comunità femminili di vita contemplativa, ricordiamo le clarisse (26 sorelle), le carmelitane (66) le benedettine (22), le Suore di Sion (6), le Monache Melchite (12), le Monache di Betlemme, dell’Assunzione della Vergine e di San Bruno (40), le Suore della Piccola Famiglia dell’Annunziata (12). Dal luglio 2007, inoltre, presso la Grotta del Latte, a Betlemme, si è stabilito un piccolo gruppo di Adoratrici perpetue del SS. Sacramento. Le comunità maschili vedono la presenza dei trappisti (13 monaci), dei benedettini (20), dei monaci di Betlemme, dell’Assunzione della Vergine e di S. Bruno (25), della Piccola Famiglia dell’Annunziata (6).
Tra le figure di spicco della vita contemplativa in Terra Santa, non possiamo fare a meno di ricordare fratel Charles de Foucauld, che visse nel nascondimento e nella preghiera prima a Nazaret e poi a Gerusalemme. E poi la suora carmelitana Miriam Bouardi, la «Piccola araba», che visse fino alla morte nel Carmelo di Betlemme, e la clarissa suor Maria della Trinità, una mistica che ha distillato perle di spiritualità nel suo diario intitolato Colloquio Interiore.