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Pubblicati i Lineamenta del Sinodo sul Medio Oriente

20/01/2010  |  Milano
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Pubblicati i <i>Lineamenta</i> del Sinodo sul Medio Oriente
I palazzi apostolici visti da piazza San Pietro in Vaticano.

La Santa Sede ha reso pubblici martedì 19 gennaio scorso gli orientamenti dell'Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi dedicata al Medio Oriente, programmata dal 10 al 24 ottobre prossimo in Vaticano. La bozza di orientamenti, denominata Lineamenta, è stata redatta dai responsabili delle Chiese della regione e dai capi dicastero della Curia romana per suscitare il confronto all'interno delle comunità ecclesiali del Medio Oriente in vista dell'appuntamento di ottobre. Le reazioni dei cattolici mediorientali a questo testo sono attese in Vaticano entro Pasqua.


(e.p.) – La Santa Sede ha pubblicato martedì 19 gennaio scorso gli orientamenti dell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi dedicata al Medio Oriente. L’assise, programmata dal 10 al 24 ottobre prossimo in Vaticano, avrà per titolo: La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola» (At 4, 32).

La bozza di orientamenti, denominata Lineamenta, è stata redatta dai responsabili delle Chiese della regione mediorientale e dai capi dicastero della Curia romana, per suscitare il confronto all’interno delle comunità ecclesiali del Medio Oriente prima dell’appuntamento di ottobre.

Predisposto in italiano, inglese, francese e arabo, il documento è diviso in tre capitoli corredati da un’introduzione, una conclusione e un questionario riguardante le questioni toccate nel testo. Le risposte al questionario dovranno essere inviate alla segreteria generale del Sinodo entro Pasqua.

Nel corso della conferenza stampa convocata in sala stampa vaticana per presentare il documento ai giornalisti, l’arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha spiegato che il primo capitolo esamina brevemente la storia delle Chiese d’Oriente e illustra le sfide attuali, tra cui i conflitti politici nella regione (Israele-Palestina, Iraq, Libano) e la libertà di culto e di coscienza. Eterovic segnala che il testo lamenta «il considerevole numero di ostacoli all’esercizio dei diritti fondamentali degli individui e di tutte le comunità religiose».

Viene anche osservato che benché i cristiani siano una piccola minoranza in quasi tutte le aree del Medio Oriente, eccetto il Libano, «essi sono ancora attivi, dinamici e incisivi». Il pericolo per i cristiani, osserva l’arcivescovo, «sta nel loro autoisolamento per paura degli altri. I nostri fedeli hanno bisogno di rafforzarsi nella fede e spiritualità e di ridar vigore ai vincoli sociali e alla solidarietà tra di loro».

Venendo al secondo capitolo, intitolato La comunione ecclesiale, mons. Eterović ha spiegato che si incentra sulla questione della comunione, in seno alla Chiesa cattolica, tra le varie Chiese cattoliche orientali. «Ovviamente – ha detto -, la comunione si esprime anche nei rapporti tra i Vescovi delle diverse Chiese Orientali Cattoliche come pure tra essi e i fedeli».

Quanto al capitolo terzo, dal titolo La testimonianza cristiana, il presule ha spiegato che punta i riflettori sulla «testimonianza dei cattolici all’interno della Chiesa stessa, in particolare per mezzo della catechesi e delle opere, e al di fuori di essa».

«Il dialogo con le altre Chiese e comunità cristiane esiste – ha osservato Eterović – ma ha bisogno di essere incrementato». Il capitolo menziona anche il dialogo ebraico-cristiano «che esiste in Palestina e Israele grazie a varie associazioni». «A tal proposito, occorre sempre rammentare la distinzione tra il piano religioso e quello politico, non adoperando la Bibbia a scopi politici né la politica a scopi religiosi», ha chiosato il segretario generale del Sinodo.

Quanto alle relazioni con i musulmani, l’arcivescovo ha annotato che «per migliorare la situazione, occorre promuovere di più il dialogo anche per conoscersi meglio».

Nella conclusione dei Lineamenta, ha spiegato l’arcivescovo, «si ripropongono le ragioni non tanto di politica quanto di fede per cui è essenziale che i cristiani rimangano nel Medio Oriente e continuino ad offrire il loro contributo specifico alla costruzione di una società giusta, pacifica e prospera».

Il documento pone l’accento sull’importanza di una efficace catechesi per dare speranza ai cristiani nella regione. Indica anche la responsabilità dei cristiani nella costruzione della giustizia e della pace e considera il problema dell’emigrazione nell’attirare l’attenzione sulle misere condizioni di vita di molti cristiani migranti approdati nella regione per ragioni di lavoro.

Nella stessa conferenza stampa di martedì, il sottosegretario del Sinodo dei vescovi, mons. Fortunato Frezza, ha rammentato ai presenti che la Terra Santa «non è semplicemente una realtà geografica», ma una piccola porzione di territorio «stretto tra mare e deserto, [in cui] si svolsero anche i circa 2000 anni di storia del popolo ebreo, dalla venuta di Abramo fino alla dinastia degli Asmonei nel II secolo a.C., e, successivamente , la vicenda umana del Figlio di Dio fatto uomo e dei suoi discepoli ed apostoli».

«Il Sinodo – ha fatto osservare Frezza – si occuperà di tutto il Medio Oriente, dall’Asia Minore all’Iraq, e di questa vasta ed eterogenea area la Terra Santa è parte geografica, storicamente non secondaria, civilmente non trascurabile, spiritualmente eminente. Le tre religioni monoteiste infatti trovano in essa, specificamente a Gerusalemme, in modo proprio a ciascuna, radici e vincoli vitali».

Rispondendo alle domande dei giornalisti, mons. Eterović ha detto che prenderanno parte all’assemblea speciale circa 150 padri sinodali, per lo più provenienti dalle Chiese di rito orientale. Tra di loro, ha aggiunto, ci sarà anche un rappresentante del vicariato cattolico ebreofono del patriarcato latino di Gerusalemme. L’arcivescovo ha anche fornito qualche dato statistico: in Medio Oriente vivono oggi circa 17 milioni di cristiani, pari al 10 per cento dell’intera popolazione della regione. Tra questi, 7 milioni sono i copti che vivono in Egitto. I cattolici da soli sono circa 5 milioni.

Una volta raccolte, le risposte ai Lineamenta verranno rielaborate per redigere l’Instrumentum laboris, il documento di lavoro dell’assemblea sinodale. Il Papa stesso lo consegnerà ai rappresentanti delle Chiese del Medio Oriente durante il suo viaggio apostolico a Cipro previsto dal 4 al 6 giugno prossimo.

(Clicca qui per il testo integrale dei Lineamenta, pubblicato nel sito web della Santa Sede)

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