«Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato». È il tema della quarantatreesima Giornata mondiale della pace che si celebra ogni anno il primo gennaio. Nel testo il Papa, dopo aver richiamato il contenuto dei messaggi degli anni precedenti, propone una visione della pace «che si realizza in uno stato di armonia tra Dio, l’umanità e il creato». In tale prospettiva «il degrado ambientale esprime, non solo, una rottura dell’equilibrio tra l’umanità e il creato, ma un più profondo deterioramento dell’unione tra l’umanità e Dio».
Il Santo Padre ha insistito sull’«urgenza di agire» in difesa della terra, enumerando una serie di «prospettive per un comune cammino dell’umanità»: visione non riduttiva della natura e dell’uomo, responsabilità collettiva, una revisione profonda del modello di sviluppo». Molti passaggi di questo messaggio pontificio offrono spunti di riflessione anche per la realtà della Terra Santa, una regione dove lo sfruttamento e il controllo delle risorse naturali (pensiamo all’acqua), è uno dei volti del conflitto. Ma anche il richiamo a una rinnovata solidarietà tra i popoli come espressione della condivisione e della salvaguardia dei beni del creato. Un ulteriore motivo rende per noi questo messaggio particolarmente significativo: il Papa ha scelto di dedicare il Messaggio del 2010 al tema dell’ecologia per sottolineare il trentesimo anniversario della proclamazione di san Francesco d’Assisi a patrono dell’ecologia: «L’amore per il creato – scrive il Santo Padre – se proiettato in un orizzonte spirituale, può condurre l’uomo alla fratellanza con il prossimo e all’unione con Dio».