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La stele senza segreti

Carlo Giorgi
28 gennaio 2010
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La stele senza segreti

Uno dei più famosi reperti archeologici al mondo, chiave per la conoscenza della scrittura geroglifica tolemaica dell'Egitto di 22 secoli fa, viene spiegato da un manuale chiaro, completo e di accessibile consultazione composto da Alberto Elli, autore di questo La stele di Rosetta e il decreto di Menfi, edito dalle edizioni Ananke. Il testo costituisce la base perfetta per poter approfondire la conoscenza della famosa stele, dal punto di vista storico, della storia dell'archeologia moderna e della lingua.


Uno dei più famosi reperti archeologici al mondo, chiave per la conoscenza della scrittura geroglifica tolemaica dell’Egitto di 22 secoli fa, viene spiegato da un manuale chiaro, completo e di accessibile consultazione composto da Alberto Elli, autore di questo La stele di Rosetta e il decreto di Menfi, edito dalle edizioni Ananke. Elli è uno studioso appassionato, ingegnere nucleare votato allo studio dell’egittologia e delle lingue semitiche. E il suo testo costituisce la base perfetta per poter approfondire la conoscenza della famosa stele, dal punto di vista storico, della storia dell’archeologia moderna e della lingua.

La prima parte del volume ripercorre la doppia vita del reperto archeologico: innanzitutto la «vita moderna», legata alla scoperta della stele, avvenuta durante la spedizione napoleonica del 1799. Ma anche il valore storico del reperto, il contesto in cui fu inciso nel 196 a.C. durante il breve regno di Tolomeo V Epifane. Il sovrano, alle prese con la necessità di consolidare il proprio potere sul suo regno, sceglie di allearsi più fortemente alla classe dei sacerdoti.

La stele di Rosetta riporta, in effetti, un editto nel quale, tra le altre cose, si concede un’amnistia ai prigionieri, vengono rimessi i debiti nei confronti dello Stato, e diverse tasse che la casta sacerdotale avrebbe dovuto pagare vengono tolte o diminuite. Di contro, nello stesso editto, si prevede l’erezione in tutti i templi egiziani di una statua del re e del dio locale. La stele doveva essere un documento estremamente diffuso nel secondo secolo a.C.: infatti, per ordine del decreto, iscrizioni del tutto simili a quella ritrovata dalla spedizione napoleonica, dovevano trovarsi in ogni tempio piccolo e grande d’Egitto, di fianco all’immagine della divinità.

Nella seconda parte del volume si trova la traduzione italiana delle tre versioni del testo, in carattere sinottico. Il confronto dei tre testi (geroglifico, demotico e greco) consente di farsi una rapida idea di come le versioni non fossero state concepite come traduzione pedissequa da una lingua all’altra. Inoltre, il testo della stele di Rosetta, nelle sue tre versioni con traslitterazione (per la parte geroglifica e demotica) e traduzione interlineare (per il testo greco, sia nella versione con caratteri maiuscoli – come appare nelle stele – sia nella versione con caratteri minuscoli e accentata).

Il testo si avvale dei contributi di Paolo Belloni e Paolo Bondinelli che hanno lavorato alla paziente stesura del formato digitale del testo e a un ricco e particolareggiato inquadramento storico. Il volume è arricchito anche da una breve introduzione al sistema grafico del periodo tolemaico romano. Il tolemaico, ricordiamo, è il sistema di scrittura geroglifica utilizzata dagli scribi dai tempi d’Egitto nel periodo successivo alla conquista macedone (332 a.C.) e fino alla metà del terzo secolo d.C.

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