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La Plavis, l'agenzia di pellegrinaggi dela diocesi di Belluno, ha un legame speciale con la Terra Santa e dal 1968 ad oggi vi ha condotto 3.700 pellegrini, con un flusso rimasto costante anche durante le «intifada».

Belluno, cento anni di viaggi

Carlo Giorgi
8 gennaio 2010
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Belluno, cento anni di viaggi
Un'inquadratura del centro storico di Belluno.

Con l’anno nuovo, la diocesi di Belluno tocca, per ben due volte, quota cento. «È così: proprio nel 2010 abbiamo in programma di raggiungere i cento pellegrinaggi in Terra Santa – racconta don Lorenzo Dell’Andrea, responsabile della Plavis, agenzia diocesana di pellegrinaggi -. Dal ’68 ad oggi abbiamo realizzato ben 94 pellegrinaggi, per un totale di 3.700 pellegrini portati a Gerusalemme; un numero notevole per una diocesi di soli 170 mila abitanti».

Ma non basta: oltre al record dei cento pellegrinaggi, c’è anche il traguardo dei cento anni di storia: proprio nel 1910, infatti, il primo gruppo di pellegrini bellunesi salpò per la terra di Gesù tanto che il neonato settimanale diocesano L’amico del Popolo riportò la notizia, pubblicando una breve cronaca dell’avvenimento.

All’inizio del secolo scorso le diocesi italiane incominciano ad incentivare pellegrinaggi di ogni tipo: in particolare verso le mete «continentali» di Lourdes, Roma e Loreto. Anche da Belluno inizia così un flusso di fedeli che cresce in modo significativo a partire dagli anni Cinquanta, grazie all’aumentato benessere tra la gente. «Organizzavamo pellegrinaggi a Lourdes assieme a Unitalsi e Paolini – ricorda don Dell’Andrea. All’inizio ci riservavano una carrozza del treno, poi due, poi tre. Fino a quando, all’inizio degli anni Settanta era così importante il numero di chi desiderava partire che ci rendemmo conto di avere bisogno di un’organizzazione autonoma. E nacque la Plavis».

Proprio in quel periodo si situa il primo pellegrinaggio della diocesi in Terra Santa: «Era una novità assoluta per noi e ci andai anche io – racconta don Dell’Andrea -: quaranta pellegrini di cui una decina di sacerdoti. Eravamo così entusiasti che per ricordare il viaggio abbiamo acquistato a Gerusalemme una grande croce in legno massiccio d’ulivo, croce che tornati abbiamo posto nella navata sinistra della cattedrale di Belluno; dopo quarant’anni è ancora lì».

Oltre al pellegrinaggio organizzato per l’intera diocesi, la Plavis lavora per le singole parrocchie che vogliano proporre un viaggio comunitario, o per le foranie, ovvero l’insieme delle parrocchie di una singola vallata o circoscrizione. Propone tra l’altro itinerari a piedi, per gruppi di giovani. Prima di ogni partenza, l’agenzia organizza presso la parrocchia o attraverso la televisione diocesana (vedi box in alto) alcuni incontri preparatori. Fornisce materiali ciclostilati sui vari temi, per incontri e conferenze da fare in Terra Santa, approfondimenti utili a comprendere meglio i luoghi che si visitano. «Portiamo sempre almeno due volte i pellegrini al Santo Sepolcro – spiega don Dell’Andrea -: la prima volta si tratta di una visita storica e archeologica, per spiegare ai viaggiatori perché la basilica è organizzata in quel modo, cosa rappresenta ogni cosa; così la seconda volta il pellegrino può recarsi al Santo Sepolcro senza curiosità che lo possano distrarre, animato solo dal desiderio di pregare e raccogliersi».

Alcuni pellegrinaggi di questi oltre 40 anni sono rimasti nel cuore di don Lorenzo: «Ricordo ad esempio quello del febbraio del 2002, quando organizzammo il viaggio durante la seconda intifada – racconta -: 13 coraggiosi decisero di partecipare nonostante i rischi. Ricordo che a Betlemme eravamo gli unici pellegrini in tutta la città. Oppure quella volta nel ’94, durante la prima intifada: il pullman su cui viaggiavamo aumentò la velocità improvvisamente perché l’autista aveva visto alcuni ragazzi palestinesi che lanciavano sassi. Uno ruppe un finestrino e colpì di striscio una signora. Quel sasso lo conservo ancora oggi nel mio ufficio, come segno pieno di significato della Terra Santa».

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