As Salam Wal Kheir raccontare la fede in arabo
Che la rivista La Terra Santa sia pubblicata in varie lingue è noto, lo è di meno il fatto che la sua edizione araba abbia un nome diverso, As Salam Wal Kheir ovvero «Pace e bene», più tipicamente francescano. La rivista in lingua araba è nata nel 1940 e si rivolge ai cristiani cattolici di rito latino e greco che vivono in Terra Santa. Oggi ha una tiratura di duemila e duecento copie, non poche in proporzione al numero dei fedeli. È sotto la direzione di padre Gabriele Baireyr -, che l’ha guidata per ben 36 anni (dal 1971 al 2007) – che As Salam Wal Kheir si è affermata. Nel 2007 il testimone è passato nelle mani di padre Najib Ibrahim, dottore in Sacra Scrittura e docente di teologia ed esegesi di Nuovo Testamento presso la facoltà di Scienze bibliche e archeologia.
Salvo una rivista simile, ma occasionale più che periodica, pubblicata dai greci cattolici, As Salam Wal Kheir, in Terra Santa, è unica nel suo genere. Se all’estero i cristiani desiderano essere informati su quanto accade nella terra di Gesù, e le riviste Eco di Terrasanta e Terrasanta rispondono a questa richiesta, è bene che i cristiani di questa terra ricevano anche notizie provenienti dal mondo e della vita della Chiesa negli altri Paesi. Questa, in sintesi, la principale finalità della rivista.
As Salam Wal Kheir è uno strumento prezioso e molto seguito, se, da quanto riferisce l’attuale direttore, abuna Najib, gli abbonati sono molto affezionati alla rivista, che ha dieci numeri in un anno. Infatti il periodico non risponde solo a un’esigenza di formazione ma è percepita come espressione dell’identità dei cristiani cattolici. Con un linguaggio semplice e accessibile si rivolge a un pubblico variegato. Con la pubblicazione di As Salam Wal Kheir la Custodia di Terra Santa intese offrire ai cristiani locali la possibilità di aprire una finestra sul mondo, che per un verso garantisse la continuazione dell’educazione impartita nelle scuole e dall’altra rafforzasse i legami tra i membri della comunità. Non è un aspetto marginale in una terra dove si è minoranza da secoli, e la rivista ha assolto in pieno la sua missione. La linea editoriale seguita da padre Baireyr, come lui stesso ricorda, ha dato la precedenza a «soggetti per il popolo».
Oltre all’attenzione a quanto accadeva nel mondo, il nucleo portante della rivista era «la vita di fede» e «la santità vissuta». Per questo non si contano gli articoli scritti di suo pugno ispirati alla vita dei santi e di «grandi uomini e donne cattolici nel mondo e in Palestina». Alla finezza letteraria e alla passione per «i libri, la letteratura e la lingua araba» questo riservato francescano palestinese ha unito da sempre una spiccata chiarezza di idee. Oggi As Salam Wal Kheir contiene regolarmente due articoli di argomento biblico. Nel corso dell’anno paolino sono apparsi in ogni numero una serie di contributi su san Paolo e sulle sue Lettere curati da padre Ibrahim e padre Paul Feghali, noto biblista libanese. Padre Baireyr, classe 1914, nella sua inesauribile vena creativa, continua a pubblicare articoli di carattere devozionale. Tra i collaboratori è il signor Joseph Hazboun a occuparsi dei luoghi santi, mentre della vita dei santi scrive saltuariamente Antoine Duaieh. A don Rafiq Khoury, del patriarcato latino, è affidata la pagina sulla vita pastorale della diocesi. Del francescanesimo si occupa padre Toufic Bou Merhi, attualmente parroco della parrocchia di Giaffa.
Padre Najib Ibrahim, dunque, è in buona compagnia. Il suo sogno è di «puntare ancora di più sull’approfondimento e sulla formazione a partire dal catechismo». Gli auguriamo di trovare al più presto un collaboratore che si unisca all’opera di questi silenziosi ed entusiasti animatori della comunità cattolica di Terra Santa.