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Betania al di là del Giordano

padre Pietro Kaswalder ofm
12 ottobre 2009
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Betania al di là del Giordano
Veduta panoramica di Betania al di là del Giordano. Spicca la chiesa ortodossa che sorge in riva al fiume.

Alla scoperta del luogo dove fu battezzato Gesù, di recente toccato anche da Benedetto XVI nel corso del suo pellegrinaggio in Terra Santa.


Molti pellegrini si domandano quale valore abbia il sito del Battesimo benedetto da Papa Ratzinger nel suo recente pellegrinaggio in Terra Santa. Il sito era stato preparato in vista del Grande pellegrinaggio del 2000 fatto da papa Giovanni Paolo II. Ora lo scavo dei resti antichi e la ricostruzione delle chiese moderne sono quasi ultimati. Si tratta del luogo del battesimo nel Wadi Kharrar, a circa 7 chilometri dal Mar Morto, che si raggiunge dalla strada di Livias (Tell er-Rame) e Shunah (sud) nelle Steppe di Moab, in Giordania.

La Custodia di Terra Santa non ha luoghi santi nel Wadi Kharrar, ma propone invece il sito chiamato al-Maghtes, sulla sponda ovest del Giordano, esattamente di fronte al luogo santo del Wadi Kharrar. Ogni ultimo giovedi del mese di ottobre si celebra la pellegrinazione liturgica per commemorare il battesimo di Gesù. Ci si domanda perciò: quale è il vero sito del Battesimo di Gesù? Quello a ovest (al-Maghtes), oppure quello est del Giordano (Wadi Kharrar)?

Premesso che per alcuni secoli il Wadi Kharrar non fu agibile, perché le antichità erano andate perdute. E premesso pure che per molto tempo il pellegrinaggio al Giordano si faceva partendo da Gerico, ne deriva che l’identificazione del sito del battesimo di Gesù si era fissata sulla sponda occidentale del Giordano. Aggiungiamo ancora che il monastero del Prodromo (Qasr al-Yahud) in vita fino al 1550, e restaurato dal patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme nel 1882, era rimasto l’unica struttura antica nei pressi del Giordano. Le rovine del Prodromo, distrutto dal terremoto del 1927, hanno dimensioni enormi. Per tanto tempo, a partire dal XVI secolo, il Prodromo, cioè San Giovanni Battista, era indicato come il vero Luogo del battesimo di Gesù.

Ma agli inizi della tradizione cristiana sul luogo del battesimo di Gesù le cose erano molto diverse. In epoca bizantina, cioè al V all’VIII secolo d.C., una colonna di marmo o di legno era posta in mezzo al fiume Giordano, e quello era il punto esatto dove si commemorava il battesimo di Gesù. Il pellegrino Teodosio (530) parla di una colonna di marmo con infissa una croce di ferro. Il Pellegrino Anonimo di Piacenza (570) dice invece che la colonna era di legno: «Vi si trova un tumulo circondato da cancelli e nel punto dove l’acqua rifluisce nel suo alveo è posta una croce di legno dentro l’acqua su un piedestallo tutto intorno di marmo». I pellegrini aggiungono anche le altre memorie legate allo stesso luogo del battesimo. E descrivono gli edifici edificati nel corso dei secoli. Tra questi sono importanti la chiesa fatta costruire dall’imperatore Anastasio I (491-518), il monastero di San Giovanni, e le grotte dei monaci. Teodosio dice espressamente che la chiesa di Anastasio I si trova sulla sponda orientale del fiume.

I Vangeli sinottici non indicano il punto esatto dove avvenne il battesimo di Gesù, ma usano un rimando generico al fiume Giordano. Il Vangelo di Marco dice: «fu battezzato nel Giordano» (Mc 1,9). Matteo dice: «andò al Giordano» per farsi battezzare (Mt 3,13). E Luca usa una indicazione ancora più generica, «nella regione del Giordano» (Lc 3,3). Invece il Vangelo di Giovanni offre indicazioni di luogo molto precise riguardo a dove si svolgeva l’attività di Giovanni Battista.

In Gv 1,28 e 10,40 troviamo due indicazioni sul luogo dove Giovanni battezzava. La prima indicazione precisa che Giovanni il Battista operava «in Betania, al di là del Giordano» (Gv 1,28). La seconda indicazione riporta il racconto allo stesso luogo: (Gesù) «ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava» (Gv 10,40). Con Gv 1,28 inizia il ministero pubblico di Gesù dopo il solenne Prologo (Gv 1,1-18). La ripresa del medesimo luogo in Gv 10,40 forma una grande inclusione che racchiude tutta la prima parte del Vangelo di Giovanni, da Gv 1,19 a 10,40. Il ministero di Gesù inizia «in Betania, al di là del Giordano», e si conclude nello stesso luogo di partenza.

Dopo la pausa al di là del Giordano, segue il viaggio verso Gerusalemme dove Gesù incontra la sua passione e risurrezione. Ma prima di arrivare a Gerusalemme, Gesù viene invitato da Marta e Maria, a recarsi nell’altra Betania per soccorrere l’amico Lazzaro (Gv 11,1-3). E a questo punto si può supporre che l’Evangelista abbia tralasciato di ripetere il nome di Betania, al di là del Giordano, per non creare confusione con la Betania che si trova sul Monte degli Olivi (Gv 11,18). La deduzione molto importante che deriva dal testo giovanneo è che se Giovanni ha dato la sua testimonianza in Betania, al di là del Giordano, Gesù fu anche battezzato da Giovanni, al di là del Giordano.

Fin dai primi esegeti il nome Betania ha creato difficoltà, e Origene ha proposto di correggere il testo con Bethabara, che secondo lui significa: «il luogo della preparazione» dando una spiegazione originale ma non molto scientifica. Bethabara semmai significa «luogo del passaggio», cioè un guado dove si poteva attraversare il fiume Giordano. La trasmissione del testo evangelico non ha recepito la proposta di Origene, pertanto i principali codici (Vaticano, Sinaitico, Alessandrino, Vulgata) mantengono il nome Betania. La sorpresa però viene dal Mosaico di Madaba, che nel VI secolo d.C. propone il nome di Bethabara, ma lo pone sulla sponda occidentale del Giordano. La vignetta dice: «Bethabara. Il santo (luogo) del Battesimo di Giovanni». Insieme alla scritta è disegnato un grande edificio, cioè la chiesa del Prodromo.

Perché il mosaico di Madaba cambia posto al sito chiamato Bethabara, quando espressamente il Vangelo di Gv 1,28 e anche Origene spiegano che si trova al di là del Giordano? Lo spostamento sembra intenzionale, perché a oriente del fiume viene indicato dal mosaico di Madaba un secondo luogo santo: Aynon, che ora è Sapsafas. Sapsafas significa «salice», un albero che cresce ancora nel Wadi Kharrar. La didascalia Aynon è accompagna da una sorgente con l’acqua che sgorga abbondante da una grotta. Al lato destro della didascalia è disegnato un alberello, forse il salice che ha dato il nome al luogo nel VI secolo. Questa esposizione del mosaico ci informa su come i cristiani nel VI secolo ricordavano il luogo del battesimo seguendo le indicazioni del Quarto Vangelo.

Il compianto padre Michele Piccirillo ha contribuito molto a scoprire le antichità nascoste da secoli nel Wadi Kharrar. Era da sempre un suo desiderio poter illustrare queste antichità, sicuro di poter chiarire la vignetta del mosaico di Madaba relativa a Aynon, e quindi di poter identificare la Betania di Gv 1,28. L’occasione per mettere in pratica una ricerca esauriente della zona fu la preparazione del Luogo del Battesimo in vista del Grande giubileo del 2000. Il progetto fu chiamato The Baptism Archaeological Park, e a distanza di qualche anno sta per essere completato. Addossate alla riva del fiume Giordano, sono state rimesse in luce le rovine della chiesa di San Giovanni Battista, costruita al tempo di Anastasio I (491-518). Per buona parte l’edificio è stato eroso dalle piene del fiume, e il pavimento mosaicato si è conservato solo a frammenti. Ai lati della chiesa ci sono ancora alcuni scalini che permettevano ai pellegrini di scendere nel Giordano per il battesimo.

A due chilometri dal fiume, verso est, è stato scavato il Tell Mar Elyas (oggi chiamato Tell Kharrar), ossia la collina di Elia, ai piedi della quale sgorga una buona sorgente. E proprio questo è il sito chiamato Aynon nella vignetta del mosaico di Madaba.

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