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«Bambini di pace» dell’Unitalsi in Terra Santa

07/09/2009  |  Milano
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«Bambini di pace» dell’Unitalsi in Terra Santa

Centosettanta «bambini di pace» stanno camminando per le strade della Terra Santa. Sono i piccoli soci dell'Unitalsi, che per la prima volta ha scelto Israele e Palestina come meta del pellegrinaggio che dal 2004 dedica ai suoi ragazzi. Siamo a una prima assoluta, perché non ci sono precedenti di un viaggio di questo tipo ai Luoghi santi. Oltre 600 i partecipanti: con i bambini, in buona parte disabili, ci sono 300 tra genitori e nonni e 150 volontari dell'associazione. I pellegrini sono partiti con tre voli speciali da Milano, Roma e Catania il 4 settembre scorso, e rimarranno in Terra Santa fino al 9.


Centosettanta «bambini di pace» stanno camminando per le strade della Terra Santa. Sono i piccoli soci dell’Unitalsi, che per la prima volta ha scelto Israele e Palestina come meta del pellegrinaggio che dal 2004 dedica ai suoi ragazzi, e che in passato ha fatto tappa due volte ad Assisi e due a Lourdes. Siamo a una vera e propria prima assoluta, perché non ci sono precedenti di un viaggio di questo tipo ai Luoghi santi.

Oltre 600 i partecipanti: con i bambini, in buona parte disabili, ci sono 300 tra genitori e nonni e 150 volontari dell’associazione che dal 1903 si occupa del trasporto degli ammalati a Lourdes e nei santuari internazionali. I pellegrini sono partiti con tre voli speciali da Milano, Roma e Catania il 4 settembre scorso, e rimarranno in Terra Santa fino al 9.

Naturalmente non si tratta di un pellegrinaggio "classico", sia per l’età dei protagonisti (tutti under 15), sia per le esigenze particolari dovute alle loro condizioni psicofisiche. Per questo gli organizzatori hanno tagliato sulla loro misura il percorso che sta portando i ragazzi (e i loro accompagnatori) «sulle orme di Gesù, nella Terra scelta da Dio», come recita il titolo dell’iniziativa. Le tappe del viaggio sono quelle consuete: Nazaret, il Lago di Tiberiade, il Monte delle Beatitudini, il deserto di Giuda, Betlemme e Gerusalemme. Ma ogni visita ai Luoghi Santi è accompagnata da momenti di gioco e da rappresentazioni sceniche in costume. Non mancano le serate di festa ispirate alla cultura locale, come quella che i bambini hanno vissuto domenica 5 al Campo dei pastori.

«Ci è voluto un bel po’ di coraggio per arrivare fino a qui», spiega a Terrasanta.net proprio da Betlemme il presidente nazionale dell’Unitalsi Antonio Diella. «Lo sforzo organizzativo è stato enorme, e abbiamo dovuto vincere anche le resistenze dei genitori, spaventati dalla distanza e anche un po’ dal solito pregiudizio sulla sicurezza di questi luoghi. Ma ne è valsa la pena: stiamo vivendo un’esperienza straordinaria, che è il culmine di un cammino che l’Unitalsi compie con i bambini nel lavoro quotidiano dell’associazione. E le comunità cristiane locali che stiamo incontrando sono entusiaste della presenza di questi pellegrini così piccoli, alla quale non sono per niente abituate».

Ma i bambini riescono a comprendere fino in fondo il senso del loro viaggio in Terra Santa? «Assolutamente sì», ci risponde Fortunata De Lisa, potentina, che ha accompagnato sua figlia Angela di 11 anni e un paio di nipotine. «Noi avevamo già partecipato al pellegrinaggio a Lourdes. Ma qui vedo che i ragazzi sono colpiti dalla possibilità di poter "toccare" con le loro mani quella fede che viene loro raccontata. In più lo fanno nella condivisione tra sani e ammalati, e insieme ai genitori e ai volontari, che sono straordinari. Sul lago di Tiberiade hanno preparato per i ragazzi una rappresentazione della camminata di Gesù sulle acque (grazie a una passerella fatta montare appositamente sotto il pelo dell’acqua – ndr). I ragazzi erano tutti stupiti. È la concretezza della Terra Santa a coinvolgerli: le mie nipoti non fanno che dirmi: "Zia, ma ti rendi conto di dove siamo? Ma ti rendi conto? È il paese di Gesù!"».

L’obiettivo del progetto Bambini di pace è proprio questo: offrire ai ragazzi dell’Unitalsi un’esperienza di fede e di pellegrinaggio dai contenuti comprensibili, che li aiuti a maturare atteggiamenti di pace nel quotidiano. «Siamo convinti del potenziale religioso dei piccoli», ci dice monsignor Luigi Moretti, vescovo vicegerente della diocesi di Roma e assistente ecclesiastico dell’Unitalsi. «La Terra Santa è il posto ideale per distinguere la dimensione della fede da quella della fantasia: è la vera terra di Gesù, lì ci sono i fatti, la storia. Qui i ragazzi possono capire che Gesù non è una favola».

E possono anche indicare agli adulti la via per la convivenza: «Quando i nostri bambini incontrano i loro coetanei di queste comunità, le differenze sono inesistenti. La diversità non è più un limite, e questo è un’insegnamento grande», racconta il presidente Diella. Che ci anticipa: il pellegrinaggio non rimarrà unico, «continueremo a proporre questa esperienza ai nostri bambini, e aumenteremo il nostro impegno di solidarietà verso questa terra. Ultimamente qui a Betlemme abbiamo realizzato un laboratorio odontoiatrico e un ascensore per disabili. Ora stiamo costruendo con le Suore del Verbo incarnato una casa di accoglienza per bambini portatori di handicap, un’opera di cui qui c’è grande bisogno».

(Nel sito Internet dell’Unitalsi, un diario multimediale del pellegrinaggio)
 

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