I siti archeologici nella zona a nord di Aleppo, in Siria, sono centinaia. Si tratta delle cosiddette «città morte» (monasteri, chiese, eremitaggi, semplici villaggi abitati fino alla conquista musulmana da cristiani e in seguito abbandonati), località che stanno riscuotendo un crescente interesse da parte del turismo religioso internazionale.
I siti archeologici nella zona a nord di Aleppo, in Siria, sono centinaia. Si tratta delle cosiddette «città morte» (monasteri, chiese, eremitaggi, semplici villaggi abitati fino alla conquista musulmana da cristiani e in seguito abbandonati), località che stanno riscuotendo un crescente interesse da parte del turismo religioso internazionale. Secondo i dati forniti dal ministero per il Turismo di Damasco, su 5 milioni e 900 mila visitatori, oltre 900 mila sono transitati da Aleppo per visitare l’antica cittadella musulmana, il suo antico mercato, le sue chiese, ma anche per recarsi a scoprire il monastero di San Simeone lo Stilita e i siti archeologici disseminati nelle vicinanze.
Tra i viaggiatori più numerosi, i maroniti libanesi. San Marone, il fondatore del movimento monastico che ispirò la nascita di questa Chiesa cattolica di rito orientale, è infatti originario della regione di Aleppo. Il flusso di turisti maroniti, provenienti dal vicino Libano, ma anche da molte nazioni dell’Occidente che ospitano numerosissime comunità, è favorito anche dal clima più sereno nelle relazioni tra Damasco e Beirut. E dalla promessa del presidente siriano Bashar al Assad di favorire la ricostruzione di un santuario dedicato a san Marone. Il santo visse a cavallo tra il IV ed il V secolo, eremita nei pressi della città di Ciro in Siria. Uno dei luoghi più cari alla sua memoria è Beth-Maron, nella regione siriana di Apamea, nei pressi della fonte del fiume Oronte.
L’interesse turistico suscitato dai siti cristiani attorno ad Aleppo è motivo di speranza soprattutto per la popolazione locale. Le aree attorno ad Aleppo e la valle dell’Oronte sono aree economicamente depresse. Il turismo potrebbe attrarre nella regione nuovi investimenti e offrire un futuro specialmente ai giovani spesso costretti ad emigrare.