Tempo di vacanze per i ragazzi della Striscia di Gaza. I giochi estivi proveranno a far dimenticare non tanto i compiti e le interrogazioni, quanto il trauma dell'offensiva israeliana dell'inverno scorso. Un'occasione sarà offerta dai Summer Games, i campi estivi promossi dall'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza ai profughi palestinesi. Ciascuna delle 152 sedi dei campi, sorte per lo più all'interno di scuole dell'Unrwa, ospiterà 200 ragazzi, dai 6 ai 15 anni, per sessioni di due settimane. L'iniziativa, arrivata al suo terzo anno consecutivo, durerà due mesi e coinvolgerà più di 240 mila bambini.
Tempo di vacanze per i ragazzi della Striscia di Gaza. A differenza dei loro coetanei però, i giochi estivi proveranno a far dimenticare non tanto i compiti e le interrogazioni, quanto il trauma dell’ultima offensiva israeliana. I bombardamenti terminati lo scorso 18 gennaio dopo 23 giorni di assedio hanno lasciato ferite profonde sul terreno e nelle vite degli abitanti, soprattutto dei più piccoli. Proprio a questi ultimi sono dedicati i Summer Games, campi estivi promossi dall’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza ai profughi palestinesi. Ciascuna delle 152 sedi dei campi, sorte per lo più all’interno di scuole dell’Unrwa, ospiterà 200 ragazzi, dai 6 ai 15 anni, per sessioni di due settimane. L’iniziativa, arrivata al suo terzo anno consecutivo, durerà due mesi e coinvolgerà più di 240 mila bambini.
«I Summer Games offrono ai bambini l’opportunità di esprimersi» spiega Karen Koning AbuZayd, direttrice dell’Unrwa, davanti alla spiaggia di Gaza City mentre i partecipanti schizzano nell’acqua dietro di lei. Lungo la costa palestinese ci sono altri 25 campi affacciati sul mare. A trarne vantaggio non è solo l’umore dei ragazzi. Per più di 500 famiglie palestinesi l’appuntamento estivo con i Summer Games si trasforma in una fonte di guadagno. Sono loro infatti a produrre magliette, cappellini e scarpe da ginnastica necessari all’iniziativa. Oggetti semplici, ma introvabili nella Striscia di Gaza a causa della chiusura dei confini.
«Sotto la supervisione di 5 mila capigruppo assunti in base al programma per l’occupazione, i ragazzi si dedicano agli sport, progetti teatrali, attività artistiche e artigianali oltre che ad iniziative culturali come il debke, la tradizionale danza palestinese» racconta il funzionario Stephanie Fox. In seguito al conflitto, nella Striscia di Gaza non esistono più spazi ricreativi, senza contare il fatto che molti bambini hanno perso la loro casa durante il conflitto. «Vogliamo garantire ai bambini che vivono nelle aree più vulnerabili, come quelle alla frontiera nord ed est, la possibilità di frequentare i campi – dice la Fox -, avere lo spazio e la possibilità di giocare in un ambiente sicuro allevia lo stress».
Secondo un recente rapporto pubblicato da Logistics Cluster, organo legato al Programma alimentare mondiale Onu, circa 50 mila persone a Gaza hanno ancora gravi problemi di alloggio in conseguenza all’offensiva israeliana. All’interno di tende rimangono 4 mila famiglie, mentre altrettante vivono in case duramente danneggiate dalla guerra.
A sei mesi dalla fine dei combattimenti, le importazioni all’interno della Striscia restano limitate e la maggior parte dei materiali da costruzione è sotto embargo. Piscine prefabbricate, trampolini e scivoli hanno invece superato i controlli israeliani. Per qualche settimana saranno loro il pensiero fisso dei ragazzi e ragazze palestinesi.