Giugno 2009
B’tselem: nei Territori i soprusi israeliani continuano
Sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza, Israele non esita a far ricorso in maniera «endemica», nei confronti dei palestinesi, a «discriminazioni, impunità e manipolazioni delle questioni relative alla sicurezza». L'accusa è contenuta nell'ultimo rapporto annuale sui diritti umani di B'Tselem, il Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei Territori occupati. Venti pagine divise in tre sezioni - responsabilità, sicurezza ed uguaglianza - ricche di dati e storie che delineano un contesto di abusi e prevaricazioni messe in atto da Israele e dalle sue forze di sicurezza ai danni di tre milioni di palestinesi.
I punti fermi di Bibi
Ultimamente il premier israeliano Benjamin (Bibi) Netanyahu è tornato più volte sui contenuti del discorso da lui pronunciato il 14 giugno scorso all'università di Bar Ilan per delineare le direttrici della politica del suo governo riguardo ai rapporti con i palestinesi e i Paesi arabi del Medio Oriente.
Discorsi sul Medio Oriente. La parola ai palestinesi
La «diplomazia dei discorsi» si arricchisce di un nuovo episodio, dove i protagonisti sono gli unici che, pur chiamati in causa dal discorso del presidente Barack Obama al Cairo, non si erano ancora espressi in maniera compiuta. Dopo Obama e soprattutto dopo la prolusione del premier israeliano Benjamin Netanyahu al Centro studi Begin-Sadat, lo scorso 14 giugno, ieri è toccato a Salam Fayyad, primo ministro di una Palestina dimezzata, concentrata nella sola Cisgiordania. Anche lui ha parlato dalla sede di un'università, per rivendicare, tra l'altro, Gerusalemme come capitale del futuro Stato e chiedere il congelamento degli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi.
L’agenzia di stampa ufficiale palestinese ora parla anche ebraico
Wafa, l'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ha da qualche giorno una versione online in lingua ebraica, per fornire ai lettori «un'informazione accurata e di prima mano dal territorio palestinese». È stata inaugurata all'indomani del discorso pronunciato il 14 giugno scorso dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in cui sono state poste le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese. Le pagine in ebraico di Wafa non saranno una semplice traduzione della versiona araba, bensì saranno incentrate su tematiche di interesse per i lettori israeliani.
Spiazzati da Teheran
Che riflessi ha sul resto del Medio Oriente ciò che sta succedendo in Iran? Scorrendo i siti dei giornali da Gerusalemme a Ryiad, sembra di scorgere un filo rosso: tutti sono rimasti spiazzati. Quasi quasi cominciano a sentire la mancanza di quella certezza granitica di un Iran monolitico, da indicare inequivocabilmente come il «cattivo» di turno a cui attribuire tutti i mali della regione.
Un Papa al muro
Sono venuto da amico
Nel lasciare la Terra Santa, all'aeroporto di Tel Aviv il Santo Padre ha ricapitolato le tappe del suo viaggio: la relazione inscindibile con il popolo ebraico e la visita allo Yad Vashem, la condanna della Shoah, la necessità di por fine alla violenza.