La destra israeliana alza le barricate contro l'approccio di Barack Obama ai temi del Medio Oriente attraverso una campagna fatta di manifesti affissi in tutto il Paese. Sui poster è raffigurato il presidente americano che indossa la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese, ai modi del leader dell'Olp, Arafat. E, vicino all'immagine, le scritte in inglese «Barack Hussein Obama, Anti-semita, odiatore degli ebrei». L'iniziativa, secondo il giornale israeliano Haaretz è di Hazit, il Fronte Nazionale ebraico, un partito di destra che conta pochi punti percentuali e una certa aggressività mediatica.
La destra israeliana alza le barricate contro l’approccio di Barack Obama ai temi del Medio Oriente attraverso una campagna mediatica fatta di manifesti affissi in tutto il Paese. Fin dai primi giorni di giugno, in corrispondenza con il viaggio in Egitto di Obama e con il suo discorso favorevole, tra l’altro, alla soluzionie dei «due Stati», sono comparsi in Israele poster raffiguranti il presidente americano che indossa la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese, ai modi del leader dell’Olp, Arafat. E, vicino all’immagine, le scritte in inglese «Barack Hussein Obama, Anti-semita, odiatore degli ebrei». L’iniziativa, secondo il giornale israeliano Haaretz è di Hazit, il Fronte nazionale ebraico, un partito di destra che conta pochi punti percentuali ed è guidato dall’attivista Itamar Ben-Gvir. «Stiamo lanciando una campagna di opinione contro Barack Hussein Obama – ha detto Gvir -. Il presidente americano è un male per il popolo d’Israele e le sue politiche secondo noi potrebbero portare al disastro. Ci aspettiamo che il nostro primo ministro dica "no" a chiunque provi a danneggiarci».
Mentre Obama parlava al Cairo, Hazit ha organizzato una manifestazione davanti all’ambasciata americana a cui hanno partecipato oltre 130 persone al grido di «No, you can’t» e «20 nuovi insediamenti da qui al 2010: Yes we can». I poster con Obama con la kefiah sono ricomparsi sui muri di Gerusalemme la notte di mercoledì scorso, alla vigilia del discorso del premier Netanyahu sulla politica estera, come forma di avviso su ciò che pensa una parte sicuramente minoritaria ma decisa della popolazione israeliana; in realtà i manifesti sono rimasti esposti solo poche ore perché immediatamente strappati anche da comuni cittadini, che temono posizioni estremiste.