C'è curiosità, in Israele, intorno all'imminente visita di Benedetto XVI, perché la sua figura negli ultimi tempi è stata associata a una serie di polemiche al calor bianco, prima fra tutte la vicenda del vescovo negazionista lefebvriano Richard Williamson. Resta poi sullo sfondo la querelle su Pio XII, i suoi silenzi sull'Olocausto. Logico che ci sia grande attesa per le parole di un Papa tedesco sulla tragedia della Shoah. Intanto il tema della sicurezza diventa sempre più centrale in queste ore e le accuse alle fazioni palestinesi di voler strumentalizzare politicamente il viaggio papale. Anche Betlemme è mobilitata per la visita papale prevista per il 13 maggio.
«La città delle fedi». Con questo titolo e con una grande foto a colori (che ritrae alcuni cristiani ortodossi nella città vecchia) apriva ieri il Jerusalem Post, il più antico quotidiano israeliano (fondato nel 1932). Nella didascalia, un preciso riferimento all’imminente visita di Papa Benedetto XVI, che inizia in Israele tra pochi giorni, l’11 maggio.
A noi farà anche sorridere che si associno dei cristiani ortodossi alla visita di un Papa di Roma nella Terra Santa (i confini tra le varie confessioni cristiane non sono del tutto chiari alla stragrande maggioranza degli israeliani), ma l’attenzione crescente che la stampa sta riservando al viaggio papale è il termometro di un interesse che va aumentando anche all’interno dell’opinione pubblica, che lo vive con un misto di curiosità e preoccupazione.
Curiosità perché la figura di Benedetto XVI è stata associata negli scorsi mesi a una serie di polemiche al calor bianco, prima fra tutte la vicenda del vescovo negazionista lefebvriano Richard Williamson. C’è sempre poi sullo sfondo la querelle su Pio XII, i suoi silenzi sull’Olocausto e la faccenda della didascalia allo Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto. Logico che ci sia grande attesa per le parole di un Papa tedesco sulla tragedia della Shoah. Non a caso sempre ieri, su un altro quotidiano (Haaretz), ci si poneva la domanda: quali parole userà Benedetto XVI al Memoriale dell’Olocausto?
Non manca però anche la preoccupazione, perché il tema della sicurezza sta diventando sempre più centrale in queste ore e le accuse alle fazioni palestinesi di voler strumentalizzare politicamente il viaggio papale, con il rischio di tensioni o addirittura di violenze, si sprecano. Ricordiamo che il Papa visiterà il campo profughi palestinese di Aida, nei pressi di Betlemme.
Per garantire la sicurezza del Santo Padre la polizia israeliana metterà in campo 80 mila uomini: 60 mila agenti in divisa, 20 mila poliziotti in borghese. Senza contare gli uomini dello Shin Bet (i servizi segreti) e la polizia di confine. Un imponente spiegamento di forze che è stato battezzato Operazione Mantellina bianca.
Nei Territori palestinesi la sicurezza sarà invece nelle mani della guardia presidenziale palestinese, che prenderà in consegna il Santo Padre alla tomba di Rachele al suo ingresso a Betlemme. Ma per la municipalità betlemmita la visita del Papa comporta la soluzione (almeno temporanea) anche di altri urgenti problemi. Il sindaco ha chiesto alla compagnia elettrica israeliana (la corrente elettrica è fornita da Israele) di potenziare la fornitura durante la presenza del Santo Padre in città. Dato che la luce spesso va e viene, non ci può certo permettere che durante la messa papale sulla piazza della Mangiatoia a Betlemme si incorra in uno spiacevole black-out.