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Nel verde di una collina vicino ad Efeso, un'antica tradizione orientale situa la casa in cui Maria avrebbe vissuto i suoi ultimi anni terreni. Un luogo di pace dove si sono recati in visita anche i papi.

Al focolare di Maria

Chiara Tamagno
4 maggio 2009
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Al focolare di Maria

Un grande silenzio avvolge la vita di Maria, soprattutto dopo la morte di Gesù. Dove visse e dove morì non è dato sapere con certezza. Secondo un’antica tradizione orientale, pare che abbia trascorso gli ultimi anni in un luogo che ancora oggi conserva la bellezza e il silenzio benedetti da Dio: «la collina dell’usignolo». Questo è il nome dell’altura che sorge a circa nove chilometri a sud di Efeso, luogo incantevole, protetto da una ricca vegetazione dove il silenzio è rotto dal gorgheggiare degli uccellini. In lontananza il mare, l’isola di Samo e verso l’orizzonte le isole del Dodecaneso, tra cui si può distinguere Patmos.

Un’antica cappella bizantina (indicata con il nome di Meryem Ana, Casa di Maria) sorge su quella che fu molto probabilmente la dimora della madre di Dio, desiderosa di vivere appartata in attesa di ricongiungersi per sempre a suo Figlio. I resti degli scavi effettuati a fine Ottocento hanno consentito di identificare in corrispondenza dell’abside e dell’altare di questa cappella (risalenti al IV secolo) le zone originarie adibite a sala soggiorno e a focolare. Oggi è possibile sostare in questa piccola casa meta di pellegrinaggio sia per i cristiani sia per i musulmani, che venerano la madre di Dio e hanno scritto su una parete la sura del Corano dedicata a lei.

Benché la questione su dove visse Maria fino alla morte sia tuttora dibattuta (secondo un’altra tradizione la Vergine sarebbe morta a Gerusalemme – ndr), i sostenitori della presenza della Vergine a Efeso fanno riferimento ad alcune fonti significative: è noto che Cristo in croce affidò Maria al discepolo Giovanni e sappiamo che questi visse alcuni anni a Efeso, inoltre il concilio del 431 che sancì la divina maternità di Maria si riunì proprio a Efeso, nella vicina Chiesa di Maria. Infine gli scavi per risalire alla casa della Vergine di Efeso seguirono le indicazioni di Santa Caterina Emmerich (1774-1824), che nonostante non si fosse mai mossa dalla sua città natale, ebbe chiare visioni dei luoghi che furono poi portati alla luce. Un mistero dunque che richiamò da sempre l’attenzione della Chiesa finché papa Giovanni XXIII dichiarò solennemente Meryem Ana luogo di pellegrinaggio. Qui si raccolsero in preghiera Paolo VI e Giovanni Paolo II e  celebrò l’Eucarestia Papa Benedetto XVI nel 2006.

Anche se la storia non fornisce prove certe, Meryem Ana offre  i segni della devozione e della presenza umile di Dio: immersi nella pace e nella bellezza del luogo si può pensare che proprio qui Gesù venne a raccogliere il corpo di sua madre. Unica testimone la natura.

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