Un prestigioso giornale medico inglese ha recentemente pubblicato un rapporto sulla situazione sanitaria in Palestina. Secondo la rivista, il 10 per cento dei bambini palestinesi soffre di ritardi nella crescita.
Nei Territori Palestinesi (Cisgiordania e Striscia di Gaza) sono attivi 78 ospedali (perlopiù di piccole dimensioni), per un totale di 5.014 posti letto, a favore di una popolazione di oltre 3 milioni e mezzo di persone. In Cisgiordania si trova un presidio sanitario in media ogni 4.519 persone; la situazione è invece molto più critica nella Striscia di Gaza, dove se ne trova uno ogni 10.774 abitanti. Minima anche la presenza del personale medico: se in Israele si contano 3,8 medici ogni mille persone, nei Territori Palestinesi la media scende a 2,1.
Ma è soprattutto la condizione dell’infanzia a suscitare allarme. «Anche qui da noi un numero crescente di bambini soffre nei primi anni della crescita – ci conferma Hiyam Marzuka, dottoressa al Caritas Baby Hospital, l’ospedale pediatrico di Betlemme che sarà visitato anche dal Santo Padre nel corso del suo prossimo viaggio apostolico in Terra Santa -. Moltissimi bambini sotto i tre anni sono denutriti e malnutriti». La crisi economica e l’instabilità politica rischiano di rendere ancora più drammatica, nel volgere di pochi anni, una situazione pesantemente critica. Se nessuno riuscisse davvero a trovare qualche motivazione forte per la pace in Terra Santa, consigliamo un rapido giro nei reparti pediatrici e nelle strutture per l’infanzia. Forse guardare negli occhi qualcuno di queste piccole vittime indifese del conflitto potrebbe servire per provare un auspicabile e salutare sussulto d’umanità.