Non è una guida, almeno non in senso classico. Non è un saggio. Non è nemmeno un reportage. L'autore lo definisce «una sorta di diario». Probabilmente, è un po' di tutto questo insieme, e qualcosa di più. È difficile appiccicare un'etichetta precisa a Terra Santa. Viaggio dove la fede è giovane, il libro di Giorgio Bernardelli appena pubblicato dall'Editrice Ave. Questa «guida anomala» è destinata a chi ha il gusto della domanda, e a chi non ha paura di lasciarsi cambiare dalla Parola vivente che rende «santa» quella terra.
Non è una guida, almeno non in senso classico. Non è un saggio. Non è nemmeno un reportage. L’autore lo definisce «una sorta di diario». Probabilmente, è un po’ di tutto questo insieme, e qualcosa di più. È difficile appiccicare un’etichetta precisa a Terra Santa. Viaggio dove la fede è giovane, il libro di Giorgio Bernardelli appena pubblicato dall’Editrice Ave.
Bernardelli, giornalista di Mondo e Missione, e prima ancora, per dieci anni, di Avvenire, firma su Terrasanta.net la rubrica «La porta di Jaffa». È, quindi, un conoscitore profondo e appassionato della realtà della Terra Santa. Proprio grazie a questa sua esperienza, l’autore racconta, lungo le pagine del libro, otto giorni di viaggio da Tel Aviv a Nevé Shalom-Wahat al-Salam, passando per Nazaret, il Tabor, Tiberiade, il Giordano, Gerusalemme e Betlemme. Ma è un racconto al presente, in presa diretta: perché il compagno di viaggio di Bernardelli è il lettore stesso. L’autore se ne prende cura, lo guida sulle strade complicate dei Luoghi santi, ma non si limita alle sole informazioni turistiche, ai dettagli da Lonely Planet, e nemmeno ai richiami storico-biblici. La scelta è quella di visitare una terra viva, abitata sì dalla storia, ma soprattutto dalla storia della Salvezza, e quindi fatta, insieme ai luoghi e agli edifici, dalle persone, dalle comunità, dalle fedi e dalle vicende sociali e politiche che oggi la rendono così unica.
Proprio per questo, l’itinerario proposto si allontana dai cliché del pellegrinaggio classico. A partire dalla scelta dei giorni: si parte di lunedì e si torna di lunedì, in barba a tutti i calcoli da risparmio delle ferie. Perché, spiega subito l’autore, «questo non è un viaggio come tutti gli altri. Ci sono luoghi che – accostati a certi giorni della settimana – parlano con una voce particolarmente nitida». Una logica rovesciata rispetto al solito: non il viaggio piegato alle esigenze del viaggiatore, ma il viaggiatore che asseconda le necessità del suo viaggio. In fondo, è la logica del pellegrino autentico. «È perfettamente inutile il mordi e fuggi che viene imposto ai viaggi in Terra Santa, perché dopo non rimane nulla, i sentimentalismi passano», scrive il Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa nella prefazione. «Ci vuole il coraggio di usare bene questi giorni, assaporando ciò che poi – al ritorno a casa – andrà a costituire un tesoro a cui attingere».
Per ricercare questo «tesoro», naturalmente, il pellegrino autentico non può camminare solo sui percorsi delle cartoline. Deve scegliere di guardare all’oggi, e di accorgersi di quello che c’è intorno alle basiliche e ai luoghi di spiritualità. Così, il viaggio di Bernardelli non chiude gli occhi davanti alle contraddizioni della Terra Santa odierna e alle sue ferite. Ma lo sguardo resta discreto: piuttosto che cercare risposte preconfezionate nel lungo elenco di luoghi comuni che perseguita questi luoghi, l’invito è a lasciarsi interrogare. Insomma: questa «guida anomala» è destinata a chi ha il gusto della domanda, e a chi non ha paura di lasciarsi cambiare dalla Parola vivente che rende «santa» questa terra.