«Tel Aviv? Siamo qui in pellegrinaggio: non c’è niente di interessante da vedere lì». Diciamo la verità: della moderna città ebraica si guardano dall’alto giusto i grattacieli quando si atterra all’aeroporto Ben Gurion. Prima di andare direttamente in Galilea e in Giudea. Se a disposizione si hanno solo otto giorni è una scelta in qualche modo forzata.. Ma questo non vuol dire affatto che Tel Aviv sia qualcosa di estraneo rispetto alla Terra Santa.
Ecco allora il senso di questo dossier, che cade in un momento particolare: nel mese di aprile 2009 – infatti – Israele ricorderà il centenario della fondazione di questa città.
La prima fondata dagli ebrei nella ritrovata Terra d’Israele. E diventata uno snodo importante del mondo di oggi. Non si può capire davvero il Paese in cui sorgono buona parte dei Luoghi Santi, senza fermare lo sguardo anche su Tel Aviv. Sulla sua storia, in realtà molto più lunga rispetto a questi cento anni. Sui sogni di chi l’ha costruita. Sulle amare contraddizioni con cui la sua gente ha dovuto fare i conti.
È un modo per andare al di là di qualche pregiudizio, che forse ha condizionato anche i nostri pellegrinaggi. Perché Jaffa – l’antichissimo porto arabo che oggi fa parte della città ebraica – è un luogo importantissimo per la storia del cristianesimo. Come racconta il capitolo 10 degli Atti degli Apostoli – infatti – è qui che Pietro capisce che il Vangelo di Gesù non è solo per i figli di Israele, ma per tutti i popoli. La nostra fede è figlia non solo di Gerusalemme, ma anche di Jaffa. Un motivo in più, oggi, per provare a spingersi anche dentro Tel Aviv.