Domenica 8 marzo il Papa ha confermato ufficialmente che sarà in Terra Santa dall’8 al 15 maggio prossimo. Ai fedeli che lo ascoltavano in piazza San Pietro, al termine della preghiera meridiana dell’Angelus ha detto: «Sin d’ora conto sul sostegno spirituale di tutti voi, perché Iddio mi accompagni e ricolmi delle sue grazie quanti incontrerò sui miei passi».
Benedetto XVI giunge in Giordania, Israele e Territori Palestinesi in un momento storico tra i più delicati per la regione. Non è un mistero che parecchi avrebbero preferito accogliere il Papa in un momento diverso e di maggiore serenità per tutti. I preparativi per il viaggio erano cominciati in settembre, ma poi vari accadimenti – basti pensare alla guerra di Gaza del dicembre-gennaio scorsi – sembravano indurre a un rinvio. Il Santo Padre, ben consapevole di tutti questi stati d’animo, deve aver molto riflettutto e pregato e alla fine ha deciso di accettere gli inviti a suo tempoi rivoltigli dalle massime autorità politiche ed ecclesiastiche dell’area.
Joseph Ratzinger ha chiesto al rappresentante pontificio a Gerusalemme, mons. Antonio Franco, di sottolineare con forza che il suo è anzitutto un pellegrinaggio dal significato eminentemente religioso. In una breve intervista rilasciata alla nostra testata elettronica Terrasanta.net, il patriarca latino di Gerusalemme ha aggiunto: «I nostri fedeli hanno bisogno dell’incoraggiamento del Sommo Pontefice, perché la loro vita in Terra Santa è difficile. Hanno bisogno di vedere e di sentire che il Papa è venuto per loro, anzitutto per loro, e questo desiderio è più che legittimo. Si aspettano dal Santo Padre parole dirette e chiare per “confermarli nella fede”, come chiese il Signore a Simon Pietro. Hanno bisogno di vedere che il Papa è anzitutto il loro padre, un capo religioso che vuol la pace e la sicurezza per tutti gli abitanti della regione. Quindi la priorità è per la Chiesa locale».
Benedetto XVI, in effetti, ha voluto dare al programma un tono particolare. Non vi saranno Messe pubbliche con assemblee sterminate di fedeli. La Messa più affollata sarà quella in calendario a Nazaret, sul Monte del Precipizio, il 14 marzo. Si attendono circa 40 mila fedeli. Altre due celebrazioni eucaristiche all’aperto saranno celebrate a Betlemme e Gerusalemme soprattutto per i cristiani locali.