Un ponte per Betlemme
A Betlemme, dal primo marzo 2004, c'è un muro di cemento che fa della città natale di Gesù una prigione. Sono passati cinque anni da quel giorno funesto che è solo un episodio tra i molti in tanti decenni di conflitto. La giornata del primo marzo prossimo è per gridare con la preghiera il No alla violenza che crea altra violenza, e il Sì alla possibilità di continuare a vivere insieme in Terra Santa, abbattendo i muri di distruzione e costruendo ponti di condivisione.
A Betlemme, dal primo marzo 2004, c’è un muro di cemento che fa della città natale di Gesù una prigione. Sono passati cinque anni da quel giorno funesto, ma in questi giorni ricorrono anche 61 anni da quando furono rasi al suolo 418 villaggi palestinesi, 41 dall’inizio dell’occupazione militare israeliana dei Territori Palestinesi e poco più di due mesi dalla campagna militare nella Striscia di Gaza, da quasi due anni stremata dall’embargo e dalla chiusura dei valichi d’accesso decisa da Israele.
Questi eventi sono strettamente correlati e potranno avere fine solo quando terminerà l’occupazione militare israeliana dei Territori palestinesi.
Intanto il Muro continua ad avanzare, chiudendo nella sua morsa quei pochi passaggi che ancora davano un po’ di speranza e di luce. La terra è ferita e devastata da questo mostro di 730 chilometri.
Per gridare con la preghiera il No alla violenza che crea altra violenza, e il Sì alla possibilità di continuare a vivere insieme in Terra Santa, abbattendo i muri di distruzione e costruendo ponti di condivisione
domenica 1 marzo 2009
Un ponte per Betlemme
Giornata di sensibilizzazione e preghiera contro il Muro
Una proposta indirizzata a tutte le comunità cristiane e agli uomini e donne di buona volontà per:
● Conoscere la realtà della Palestina e di Betlemme in particolare.
● Pregare durante la liturgia domenicale e in altre occasioni.
Lo stesso giorno entrerà a Betlemme una marcia silenziosa di pellegrini in Terra Santa dal 27 febbraio al 6 marzo.
L’iniziativa Un Ponte per Betlemme è promossa da: patriarcato latino di Gerusalemme, parrocchie di Betlemme, Beit Jala e Beit Sahour, Centro Al-Liqa per il dialogo interreligioso, Pax Christi Italia, Pattuglia Terrasanta Agesci Toscana, le suore elisabettine del Caritas Baby Hospital.
Per richiesta di materiali e suggerimenti per l’animazione o testimonianze di volontari che hanno conosciuto il dramma degli abitanti di Betlemme scrivere a: nandyno@libero.it