Il Lancet Medical Journal, giornale scientifico di medicina in lingua inglese, ha recentemente pubblicato un rapporto carico di preoccupazione sulla situazione della salute in Palestina. Secondo la rivista, il 10 per cento dei bambini palestinesi soffre di ritardi nella crescita. Lo studio britannico descrive un sistema sanitario frammentato e incapace di rispondere alle necessità della popolazione. Grave la situazione della salute infantile: la percentuale di decessi tra bambini appena nati o di età inferiore ai cinque anni non diminuisce in modo sensibile e numerosi bambini faticano a svilupparsi bene.
Il Lancet Medical Journal, giornale scientifico di medicina in lingua inglese, ha recentemente pubblicato un rapporto carico di preoccupazione sulla situazione della salute in Palestina. Secondo la rivista, il 10 per cento dei bambini palestinesi soffre di ritardi nella crescita. Lo studio britannico descrive un sistema sanitario frammentato e incapace di rispondere alle necessità della popolazione.
Secondo lo studio del Lancet nei Territori Palestinesi (Cisgiordania e Striscia di Gaza) sono attivi 78 ospedali (per lo più di piccole dimensioni), per un totale di 5.014 posti letto, a favore di una popolazione di circa 3,8 milioni di persone. Per una media di 1,3 posti letto ogni mille abitanti. Un valore basso se paragonato, ad esempio, alla situazione italiana di 4 posti letto ogni mille abitanti. Se, però, in Cisgiordania si trova un presidio sanitario in media ogni 4.519 persone la situazione è molto più critica nella Striscia di Gaza, dove se ne trova uno ogni 10.774 persone. Minima anche la presenza del personale medico: se in Israele si contano 3,8 medici ogni mille persone, nei Territori Palestinesi la media scende a 2,1. E se in Israele le infermiere sono 6,3 ogni mille abitanti, in Palestina sono solo 1,7.
Grave la situazione della salute infantile: «La percentuale di decessi tra bambini appena nati o di età inferiore ai cinque anni non sta diminuendo in modo sensibile – spiega Hanan Absdul Rahim, medico dell’Università di Birzeit -. E questo, è ancora più evidente se confrontato con la situazione di altri Paesi arabi che sono invece riusciti a diminuire la percentuale dei decessi infantili. Inoltre il trend dei ritardi nella crescita tra i ragazzi è in aumento – continua il medico -, causato da una malnutrizione ormai cronica. E questo preoccupa per il futuro, perché indebolisce lo sviluppo cognitivo e la salute fisica. Ci sono aree nella parte Nord della Striscia di Gaza dove la percentuale di ragazzi che soffrono ritardi nella crescita raggiunge il 30 per cento».
«Anche noi notiamo un numero crescente di bambini che fanno fatica a crescere bene – conferma Hiyam Marzuka, dottoressa al Caritas Baby Hospital, ospedale pediatrico di Betlemme -. Nel primo anno di vita i bambini devono avere un nutrimento adeguato e non sempre in Palestina è così. A causa della povertà ci sono bambini sotto i tre anni che mangiano a pranzo solo pane e formaggio. Un problema per l’accesso alle cure mediche, poi, è la difficoltà di movimento nei Territori occupati. Molti pazienti arrivano all’ospedale dai villaggi. Per raggiungere l’ospedale sulla strada bisogna affrontare i check point “volanti” e il muro. E i check point volanti non li puoi prevedere e ti bloccano sulla strada, nonostante l’urgenza della malattia».