I sondaggi in Israele vanno presi sempre con le molle. Ma se la linea di tendenza fosse confermata dalle elezioni di martedì prossimo, in Israele il vero vincitore non sarebbe affatto Benjamin Netanyahu (abbondantemente sotto la soglia dei 30 seggi su 120), ma Avigdor Lieberman, il leader di Yisrael Beitenu. Dopo la guerra a Gaza gli si accreditano 17-18 seggi alla Knesset, forse anche 20. Rispetto agli 11 presi nel 2006. Che avevano già quasi triplicato i 4 della tornata precedente. Con una forza del genere nessuno potrebbe più ignorarlo. Ma chi è Lieberman?
I sondaggi in Israele vanno presi sempre con le molle. Ma se il trend fosse confermato dalle elezioni di martedì prossimo, in Israele il vero vincitore non sarebbe affatto Benjamin Netanyahu (abbondantemente sotto la soglia dei 30 seggi su 120), ma Avigdor Lieberman, il leader di Yisrael Beitenu. Segnalavamo già alcuni giorni fa la sua crescita di consensi dopo la guerra a Gaza. Ma ora gli si accreditano 17-18 seggi alla Knesset. C’è chi parla addirittura di 20. Rispetto agli 11 presi nel 2006. Che avevano già quasi triplicato i 4 della tornata precedente. Con una forza del genere nessuno potrebbe più ignorarlo.
Ma chi è Lieberman? Definirlo il leader del partito dei russi ormai è riduttivo: Yisrael Beitenu ormai ha allargato il suo elettorato. E in lista questa volta ha anche due figure come l’ex Likud Uzi Landau e l’ex ambasciatore di Israele negli Stati Uniti Dani Ayalon. Lo definiscono un leader di estrema destra. Alcuni giorni fa Haaretz ha addirittura lanciato l’accusa secondo cui sarebbe stato in passato membro del Kach, il partito razzista di Meir Kahane, messo fuori legge in Israele. Ma ieri – forse per riequilibrare – lo stesso Haaretz ha ospitato un articolo di Israel Harel in cui si sostiene che Lieberman è la risposta a partiti tradizionali incapaci di fare i conti con i problemi reali della gente. Opposto il giudizio di Yedioth Ahronoth, che mette sotto accusa soprattutto il «giuramento di lealtà allo Stato di Israele» che Yisrael Beitenu imporrebbe a tutti i cittadini (arabi compresi). Di qui all’accusa di disfattismo a chiunque critica le politiche del governo – si osserva – il passo è breve.
Espressione dell’insoddisfazione diffusa o pericoloso razzista, allora? Il modo migliore per farsi un’idea è avere la pazienza di leggere il programma di Lieberman. Operazione non così difficile, dal momento che Yisrael Beitenu è uno dei pochi partiti che ha anche una versione inglese del suo sito internet. Un fatto che dovrebbe mettere già sul chi va là chi lo considera una piccola frangia di fanatici. Ci sono due elementi – in particolare – che ricorrono. Da una parte l’idea di «parlare chiaro» e con «obiettivi chiari». Yisrael Beitenu è l’espressione di un Paese che non vuole sfumature. Il conflitto arabo-israeliano? È tutta colpa della «Federazione del terrore». Basta arabi israeliani: o state di qua o state di là. Gaza? Stacchiamogli anche gas e elettricità. Poi ci penseranno la Nato e l’Unione Europea a gestire le conseguenze. Il problema dei prezzi delle case alle stelle nelle città israeliane? Togliamo quei «laccioli burocratici» tipo le destinazioni d’uso dei terreni: chi è padrone può fare quello che vuole. È l’idea della «soluzione facile» a far volare Yisrael Beitenu. Molliamo le zone di Israele dove abitano gli arabi. E Gerusalemme Est? Guarda caso nel programma non c’è una parola su questo tema…
L’altro punto chiave è la parola «deterrenza». È l’idea di un Israele forte la chiave del programma di Liberman. Vale per i palestinesi così come per gli incidenti stradali. Ma – ad esempio – anche per gli insegnanti, di cui si teorizza la non liceità del diritto di sciopero. Ultimo elemento: Yisrael Beitenu è espressione di una destra sostanzialmente laica, che ruberà voti ai partiti religiosi. È il partito della «religione nazionale». Tanto è vero che si preoccupa che i rabbini siano sionisti e le procedure per le conversioni siano più sbrigative (specie se a voler convertirsi all’ebraismo sono i militari).
È un fenomeno importante il personaggio Lieberman. Se i dati di martedì saranno davvero quelli dei sondaggi, vale la pena di perdere un po’ di tempo a leggere il programma di Yisrael Beitenu. Per capire davvero che aria tira oggi in Israele.
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