Gennaio 2009
Anna Maria Karram. L’amore nelle piccole cose
Nella vivace Haifa, la città portuale affacciata sul Mediterraneo, la scuola carmelitana è un modello di vita e di dialogo. La dirige una donna araba e cristiana che si sente cittadina del mondo.
Israele-Santa Sede, regole chiare e condivise
Ricerca della verità e rispetto delle differenze
I rapporti ecumenici tra le Chiese in Terra Santa
Il sito istituzionale della Custodia di Terra Santa pubblica un'intervista a un acuto osservatore delle dinamiche ecumeniche in Medio Oriente: il belga padre Frans Bouwen, membro della comunità dei Padri bianchi (anche noti come Missionari d'Africa) che vive presso la chiesa di Sant'Anna, nella Gerusalemme vecchia. Riprendiamo le riflessioni di Bouwen proponendole all'attenzione dei nostri lettori. Negli ultimi 30 o 40 anni, dice il religioso, i rapporti tra le gerarchie delle 13 comunità cristiane che gravitano su Gerusalemme sono molto migliorati. Ma a volte bastano anche piccoli incidenti di percorso per fare passi indietro anche drastici.
Urss e sionismo. I retroscena
A svelare particolari inediti del complesso rapporto fra Unione Sovietica e Israele nel «secolo breve» è il saggio Perché Stalin creò Israele, del giornalista e storico russo Leonid Mlecin. Il libro ricostruisce attraverso documenti del ministero degli Esteri russo le vicende che a partire dal 1917 disegnarono l'attuale geografia del Medio Oriente. Ed evidenzia come all'indomani della guerra l'Unione Sovietica appoggiò in chiave antioccidentale la nascita dello Stato ebraico.
L’Azione Cattolica prega per la Terra Santa
Una giornata di preghiera internazionale per la pace in Terra Santa: l'ha celebrata domenica 18 gennaio scorso l'Azione Cattolica (Ac), con un'iniziativa partita dall'associazione italiana in risposta agli inviti di Benedetto XVI negli Angelus del 4, del 6 e dell'11 gennaio, e alla quale hanno aderito anche molte realtà di Ac di altri Paesi del mondo. Per replicare alle armi che risuonano a Gaza, l'associazione ha scelto di dedicare una giornata straordinaria all'invocazione per la pace nella terra di Gesù, nella domenica che apre la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.
Il Papa: in Terra Santa c’è spazio per tutti
Benedetto XVI ha incoraggiato tutte le parti coinvolte nel conflitto di Gaza a credere che in Terra Santa c'è spazio per tutti e che i popoli di quell'area sono chiamati a dialogare nella giustizia e nella verità. Tramite il Pontificio consiglio Cor Unum anche il Papa ha voluto inviare una somma di denaro, come segno di solidarietà concreta, alla comunità cattolica di Gaza per le sue attività di soccorso a chi è nel bisogno. Intanto, sul terreno, domenica Hamas ha deciso di dichiarare una tregua di sette giorni in seguito al cessate il fuoco unilaterale deliberato dal governo israeliano nella serata di sabato, dopo tre settimane di pesanti bombardamenti.
Sentieri e incontri in Terra Santa
Ha per titolo Giovani sulla strada: sentieri e incontri in Terra Santa la serata-dibattito organizzata dalla pattuglia Freccia Rossa dell'Agesci Lombardia sabato 17 gennaio alle 21.00 presso la chiesa di San Marco a Milano.
Davanti alle guerre italiani distratti
Il conflitto israelo-palestinese una «guerra dimenticata»? Il buon senso suggerirebbe di no, specie in questi giorni di virulenta polemica mediatico-politica proprio intorno all'informazione sull'intervento militare nella Striscia di Gaza. E invece, a bombardamenti fermi e riflettori spenti, gli italiani si dimenticano in massa della Terra Santa. E i cattolici praticanti sono peggio della media nazionale. È il dato sorprendente emerso, tra gli altri, da Nell'occhio del ciclone, la terza ricerca sui conflitti dimenticati realizzata da Caritas italiana in collaborazione con Famiglia cristiana, Il Regno e la società di rilevazione Swg, presentata il 16 gennaio a Roma.
Oltre Gaza
Ormai a Gaza si muore per un braccio di ferro sui dettagli. Ogni ora che passa appare sempre più chiaro che alla fine si arriverà a un cessate il fuoco, grosso modo nei termini indicati dall'iniziativa franco-egiziana. Però - e lo scrivevamo già qualche giorno fa - questa guerra è politica. E allora si va avanti perché ciascuno aspetta il momento giusto per accettare. Quello che gli permetterà di sbandierare come un successo questi ormai 20 giorni di follia. Iniziando già a pensare al dopo - pur consapevoli che in queste ore si muore ancora - segnaliamo tre articoli attinti dalla stampa israeliana e libanese.