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È uno sperone di roccia che si staglia sul mare azzurro dell'isola. Qui naufragò l'Apostolo delle genti durante il suo trasferimento nelle prigioni imperiali di Roma...

Malta. Lo scoglio di san Paolo

Chiara Tamagno
14 gennaio 2009
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Malta. Lo scoglio di san Paolo
Malta. Scorcio del luogo in cui, secondo la tradizione, approdò san Paolo, scampato dal naufragio.

Durante il viaggio che lo conduceva dalla Palestina a Roma, Paolo di Tarso, prigioniero dell’autorità romana, incappa in una violenta tempesta; la barca che proveniva dall’isola di Creta è sballottata dalle onde e i  duecentosettantasei passeggeri digiunano per giorni finché proprio Paolo li incoraggia a non perdersi d’animo: «Vi invito a prendere cibo, è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto» (At 27, 34). Di lì a poco avvistano terra, ma quando stanno per approdarvi la barca si incaglia in una secca, la poppa si spezza, i passeggeri cercano di raggiungere a nuoto la spiaggia. Il racconto degli Atti è decisamente avventuroso e prosegue con la descrizione dell’isola che ospitò i naufraghi: «una volta in salvo venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti intorno a un fuoco…». Ecco dunque la terra che offrì miracoloso approdo a Paolo e che l’apostolo benedisse con segni prodigiosi. Proseguendo nel testo degli Atti, si legge infatti che Paolo appena scampato al naufragio venne morsicato da un serpente ma rimase illeso, con grande meraviglia dei presenti: questa e altre guarigioni compiute dall’Apostolo spiegano il seguito che egli ebbe sull’isola e la nascita di una nuova comunità cristiana a Malta.

A nord dell’isola una baia molto suggestiva ricorda il passaggio di Paolo: la Baia di San Paolo, una delle spiagge più belle di Malta. Da qui si può prendere un battello e raggiungere, in circa mezz’ora, un piccolo isolotto pietroso, dove una statua del santo, alta dodici metri,  ricorda ai naviganti l’avventura e la testimonianza dell’Apostolo delle genti.

Lo chiamano lo «scoglio di san Paolo» e infatti è uno sperone di roccia che si staglia arido e assolato su una distesa di mare cristallino, dove i venti hanno scolpito le fenditure della roccia e hanno modellato anfratti marini ricchi di fascino e di mistero. Lontano appena poche miglia dalla riva e raggiungibile solo con un’imbarcazione privata, l’isolotto di san Paolo è oggi meta di velisti e pescatori e sembra tenere al riparo le tracce di quell’approdo straordinario. Al pellegrino, che sosta sul punto più alto, dove sorge la statua, offre l’opportunità di fare memoria del passaggio di Paolo ascoltando la voce della natura che ancora oggi, su quelle pietre, sa scuotere e provocare.

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