Cavalieri del Santo Sepolcro, ambasciatori di pace
«Un vincolo antico e glorioso lega il vostro sodalizio cavalleresco al Santo Sepolcro di Cristo, dove viene celebrata in maniera tutta particolare la gloria della sua morte e della sua risurrezione. Proprio questo costituisce il fulcro centrale della vostra spiritualità. Gesù Cristo crocifisso e risorto sia dunque il centro della vostra esistenza e di ogni vostro progetto e programma personale ed associativo. Lasciatevi guidare e sostenere dalla sua potenza redentrice per vivere in profondità la missione che siete chiamati a svolgere, per offrire una eloquente testimonianza evangelica, per essere costruttori, nel nostro tempo, di una speranza fattiva fondata sulla presenza del Signore risorto, il quale, con la grazia dello Spirito Santo, guida e sostiene le fatiche di quanti si dedicano all’edificazione di una nuova umanità ispirata ai valori evangelici della giustizia, dell’amore e della pace». È il passaggio centrale del discorso che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto il 5 dicembre scorso, ad una rappresentanza dei membri dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, riuniti a Roma per la Consulta generale (alla quale partecipano i rappresentanti delle Luogotenenze di tutto il mondo) celebrata a cadenza quinquennale.
Oggi la custodia della Tomba di Cristo, ha sottolineato il Papa, non è più subordinata alla forza delle armi «ma al valore di una costante testimonianza di fede e di carità verso i cristiani residenti in quelle terre». Ecco perché ai Cavalieri del Santo Sepolcro Benedetto XVI chiede di essere «convinti e sinceri ambasciatori di pace e di amore fra i fratelli», sostegno costante per «quelle care popolazioni cristiane, che continuano a soffrire a causa della crisi politica, economica e sociale del Medio Oriente».
Per contribuire ad una migliore conoscenza della missione dei cavalieri del Santo Sepolcro (oltre che del loro legame storico con la Custodia di Terra Santa) offriamo ai lettori queste pagine.