Cento piccole Betlemme nel cuore di Roma. Succede da ben 32 anni, durante l'Avvento e il tempo di Natale, nelle Sale del Bramante a piazza del Popolo, con la mostra 100 presepi, ormai una vera istituzione delle festività natalizie romane. La rassegna, organizzata dalla Rivista delle Nazioni, è un appuntamento fisso per gli appassionati di arte presepiale. L'edizione di quest'anno poi, la trentatreesima, è la più ricca di sempre: 186 opere provenienti da quasi tutte le regioni italiane e da 48 Paesi del mondo.
Cento piccole Betlemme nel cuore di Roma. Succede da ben 32 anni, durante l’Avvento e il tempo di Natale, nelle Sale del Bramante a piazza del Popolo, con la mostra 100 presepi, ormai una vera istituzione delle festività natalizie romane. La rassegna, organizzata dalla Rivista delle Nazioni, è un appuntamento fisso per gli appassionati di arte presepiale. L’edizione di quest’anno poi, la trentatreesima, è la più ricca di sempre: 186 opere provenienti da quasi tutte le regioni italiane e da 48 Paesi del mondo.
«Qui non troverete mai lo stesso presepe esposto due volte», ci assicura la direttrice della mostra Maria Carla Menaglia, che ci accompagna personalmente a visitare l’esposizione. «Ogni anno – spiega – artisti di fama, collezionisti privati, istituzioni, scuole e anche semplici amatori ci inviano opere nuove, realizzate appositamente per noi. E tante siamo costretti a non accettarle: non avremmo lo spazio sufficiente per esporle».
La rassegna ospita quattro tipologie di presepi: ci sono quelli artistici italiani, realizzati secondo la tradizione di ciascuna regione di provenienza; quelli di fantasia, costruiti con le forme e i materiali più diversi, spesso di risulta; poi ci sono i presepi inviati da scuole, soprattutto materne ed elementari, e da istituzioni vari (quest’anno hanno partecipato centri diurni, comunità per disabili, ospedali, associazioni di volontariato); infine ci sono quelli stranieri.
Tra le opere più preziose dell’edizione 2008 c’è un presepe in madreperla proveniente da Gerusalemme. Lo ha prestato un collezionista privato italiano che ha chiesto di rimanere anonimo. La madreperla è, insieme al legno d’olivo, il materiale classico dell’artigianato presepiale di Terra Santa. «È sorprendente osservare come la cultura di ciascun Paese di origine agisca su una forma artistica che invece è tipicamente italiana», ci dice Menaglia. Soprattutto per quanto riguarda la materia prima: è il caso anche del presepe arrivato quest’anno dal Libano, interamente in ceramica dipinta. Oppure si rompono completamente gli schemi, come nell’opera in plexiglass e legno dell’iracheno Ali Al Jabiri, artista quotato del movimento percettivista che ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia. Al Jabiri è anche presidente delle attività artistiche della «Comunità araba in Italia», e nelle ultime edizioni ha sempre partecipato alla mostra romana.
«Ma si può fare un presepe con qualsiasi cosa», ci assicura la direttrice, «basta guardare soprattutto alle realizzazioni dei più piccoli: gli scolari ci hanno inviato presepi fatti con le caramelle, con i tappi di bottiglia, con le matite, con le cravatte, persino con i pop-corn». E in effetti, lungo i corridoi della mostra si vedono le Natività più curiose. Anche in fatto di dimensioni: si va dai due metri abbondanti di un presepe spagnolo in paglia intrecciata ai pochi millimetri di quello realizzato in un guscio di pistacchio da un artigiano napoletano. E c’è anche un richiamo alla tradizione francescana: i bambini della Scuola elementare «Santa Maria della Porziuncola» di Roma hanno realizzato un presepe con un cordone da saio. Omaggio a san Francesco, «inventore», a Greccio, del presepe moderno. «Il senso della nostra iniziativa è ancora quello originario: invitare chi ci visita a rileggere il racconto della nascita del Salvatore e a non disperdere l’usanza familiare del presepe», conclude Menaglia, «tanto che nei giorni feriali i nostri volontari curano un laboratorio dedicato ai bambini che aiuta loro e i genitori a realizzare un presepe per la loro casa».
La mostra, inaugurata il 27 novembre scorso, si chiuderà il 6 gennaio con la premiazione delle migliori opere di ciascuna categoria e l’assegnazione di una medaglia della Presidenza della Repubblica, che ha concesso il suo Alto patronato.