Siria. La bianca torre dei crociati
Un mastio poderoso è quanto resta del mitico Chateau Blanc, costruito intorno al XII secolo, come fortezza eretta dai cavalieri templari contro gli attacchi delle popolazioni provenienti dal Nord. Un edificio imponente, intorno al quale si è sviluppato il villaggio di Safita, sulla sommità della collina posta a pochi chilometri dal Crak dei Cavalieri, complesso difensivo assai più noto. Il bianco domina il paesaggio ricco di pietra calcarea e così si spiega il nome del Castello «Bianco»: anche le case, arroccate intorno all’antica fortezza, spiccano per il colore bianco e creano quasi un ricamo tra viuzze e vicoletti, cortili e piccoli orti.
Safita emerge su un poggio coperto di fitti uliveti e offre al visitatore suggestivi squarci di storia medievale. Quel che resta del famoso castello è oggi piuttosto in rovina, ma conserva l’imponenza delle sue mura (spesse 5 metri) e un fascino ricco di mistero. La tradizione racconta che il suo primo signore fu un nobile di Tolosa, Bertrando, rapito insieme alla sorella dall’emiro locale, che avrebbe poi sposato la nobildonna francese. è molto probabile che la fortezza sia in seguito appartenuta ai Cavalieri dell’Ordine dei Templari, i quali avrebbero creato l’impianto di chiesa fortificata ora adibita al culto di rito greco ortodosso.
Entrando tra le mura del mastio, ci si trova subito nella chiesa del piano inferiore e si resta colpiti dalla ampiezza dell’unica navata, mentre salendo al primo piano pare ancora di trovarsi nella piazza d’armi dei cavalieri, dove la luce filtra dalle strette feritoie alle pareti, con basi a staffa che durante gli antichi appostamenti servivano d’appoggio per il tiro dall’alto degli arcieri difensori della torre. Da questo piano si può ancora salire alla terrazza dove la vista spazia dalle colline della regione fino alla costa libanese e al mare: tutto intorno troneggiano i numerosi castelli, che probabilmente all’origine comunicavano con un sistema di fuochi notturni.
Per chi arriva dal Crak dei Cavalieri, è interessante proseguire pochi chilometri ad est e raggiungere il villaggio di Safita, magari potendosi fermare per la sera, quando la gente esce per la tradizionale passeggiata, tra le nove e le dieci, e si dimostra particolarmente ospitale verso i visitatori che desiderano scoprire i segreti dell’antico villaggio.