Si è svolto a Roma, dal 5 al 26 ottobre scorso, il Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Oltre ai delegati delle Conferenze episcopali e agli esperti voluti da Benedetto XVI (tra essi anche padre Frédéric Manns dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme), all’assemblea ha partecipato (in maniera del tutto inaspettata) anche san Francesco d’Assisi.
«Che il Ministro generale dei Frati minori – ci spiega padre Manns alla conclusione dei lavori – proponga san Francesco ai padri sinodali come modello di lettura esistenziale della Scrittura nell’Ottavo centenario della fondazione dell’Ordine (che si celebrerà nel 2009) non ha niente di straordinario. Ma che un vescovo slovacco si faccia portavoce della lettura francescana della Scrittura è cosa piuttosto sorprendente».
Cosa è successo? Monsignor Stanislav Zvolensky, arcivescovo di Bratislava, ha svolto il suo intervento sul valore sacramentale della Parola di Dio negli scritti di san Francesco. «La lettura francescana della Bibbia – ha detto – è senza dubbio sorprendente, se la guardiamo dal punto di vista degli odierni criteri scientifici d’interpretazione e dal punto di vista dei frutti della fede che questa lettura ha portato. (…) San Francesco non si concentra sulla materia del testo ma sull’agire di Dio nella Parola. È consapevole che nella Bibbia l’uomo incontra il Dio vivente».
I santi, sotto l’azione dello Spirito Santo, arrivano spesso dove gli esegeti non sanno, aiutandoci a ritrovare il senso autentico della Scrittura.