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Fra Michele e l’oratorio di San Martino

27/11/2008  |  Sessa Aurunca
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Fra Michele e l’oratorio di San Martino
Il vescovo di Sessa Aurunca, mons. Antonio Napoletano, durante la Messa celebrata il 25 novembre a Casanova di Carinola in suffragio di fra Michele Piccirillo. (foto G. Caffulli)

Restaurare l'antico oratorio di San Martino a Carinola per ricordare padre Michele Piccirillo: è l'idea di monsignor Antonio Napoletano, vescovo di Sessa Aurunca (Caserta), diocesi d'origine dell'archeologo francescano scomparso il 26 ottobre scorso. Napoletano ha annunciato il progetto durante la Messa di trigesimo celebrata nel paese natale di padre Piccirillo il 25 novembre. Proprio nel territorio di Carinola, sul monte Massico, sorge infatti un oratorio rupestre dedicato al patrono del paese, l'eremita Martino, uno dei protagonisti del primo monachesimo italiano.


Restaurare l’antico oratorio di San Martino a Carinola per ricordare padre Michele Piccirillo: è l’idea di monsignor Antonio Napoletano, vescovo di Sessa Aurunca (Caserta), diocesi d’origine dell’archeologo francescano scomparso il 26 ottobre scorso.

Napoletano ha annunciato il progetto durante la Messa di trigesimo celebrata nel paese natale di padre Piccirillo il 25 novembre. Proprio nel territorio di Carinola, sul monte Massico, sorge infatti un oratorio rupestre dedicato al patrono del paese, l’eremita Martino, uno dei protagonisti del primo monachesimo italiano secondo il racconto dei Dialoghi di san Gregorio Magno. «Padre Michele – spiega il vescovo a Terrasanta.net – si era occupato più volte del sito: nel 1997 avevamo allertato insieme la Sovrintendenza e il ministero dei Beni culturali presentando un suo dettagliato progetto di restauro nel quale aveva addirittura individuato le persone che avrebbero potuto occuparsi dei lavori. Tuttavia le istituzioni manifestarono dei dubbi per la mole enorme dell’intervento e non se ne fece nulla».

Oggi l’oratorio è diroccato e praticamente inaccessibile. Eppure si tratta di un luogo carico di storia e di devozione, come riporta proprio un articolo di padre Piccirillo scritto con Alessandra Acconci e pubblicato nel 2005 sulla rivista internazionale Arte medievale. Le prime notizie sulla struttura, ricavata in parte dalla roccia del monte Massico, risalgono all’VIII secolo, riportate da alcuni documenti del monastero molisano di San Vincenzo al Volturno. Al centro delle vicende che ne hanno segnato la storia c’è la traslazione delle reliquie di san Martino, in origine venerate nell’oratorio e, dopo molti tentativi di trafugamento da parte dei duchi di Benevento prima e dei saraceni poi, trasferite nel 1093 nella cattedrale dell’allora diocesi di Carinola. Il cenobio rimase attivo ancora per alcuni secoli: le ultime decorazioni pittoriche risalgono al Seicento. Poi l’abbandono e la rovina.

«Padre Michele era legatissimo a Carinola e al Massico», continua monsignor Napoletano. «Ritornava sempre per partecipare alla festa della Madonna Grande ed Eccelsa, la terza domenica di maggio, e faceva con i suoi compaesani la tradizionale "scampagnata"del giorno dopo sulle pendici del monte. Io stesso l’ho accompagnato più volte e abbiamo celebrato insieme la Messa. Così come era forte il legame con tutta la Chiesa locale: nel gennaio scorso ci ha accompagnato personalmente nel pellegrinaggio diocesano da me guidato in Terra Santa».

Adesso l’idea del restauro deve concretizzarsi. Il vescovo vuole portare avanti il progetto con la famiglia Piccirillo: «So che il fratello di padre Michele, Giacomo, vuole costituire un’associazione a lui intitolata. Questa realtà potrebbe occuparsi concretamente della questione insieme alla parrocchia di Carinola e alla diocesi tutta. Ci incontreremo presto per definire il da farsi. Certo, avremo bisogno della sensibilità delle istituzioni. Speriamo di incontrarla: realizzare questo sogno di padre Michele sarebbe il modo migliore per onorarne la memoria».

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