«Tuo padre e io ti cercavamo»
Nel cuore della Samaria, tra le colline scavate dai terrazzamenti su cui si radicano antichi uliveti e campi assolati, punteggiati qua e là dai covoni lasciati ad essiccare, corre la strada che un tempo collegava Gerusalemme a Damasco: una strada oggi piuttosto desolata, monitorata dalle torrette militari dei villaggi arroccati sulle colline, mentre un tempo era la via frequentata dalle carovane dei mercanti e dei pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Lungo questi percorsi erano dislocati dei punti di ristoro per i viaggiatori e per il loro bestiame. Uno di questi è particolarmente caro alla tradizione cristiana: Lubban Khan, a circa trenta chilometri da Gerusalemme, ovvero alla distanza corrispondente ad una giornata di cammino. Gli studiosi collocano proprio qui il primo posto tappa per chi lasciava a piedi la città santa. E qui molto probabilmente sostarono anche Maria e Giuseppe, quando si accorsero che Gesù non era con il loro gruppo di pellegrini, perché, secondo quanto raccontato nei Vangeli, era rimasto a di scutere con i dottori del Tempio. È facile immaginare tra queste rovine l’affanno di Maria e Giuseppe alla ricerca del Figlio ancora dodicenne…
Doveva essere un punto di ristoro molto frequentato, dotato di una sorgente d’acqua ancora oggi visibile nella struttura originaria, con i gradini per scendere ad attingere.
Anche nei periodi successivi, durante la dominazione ottomana e mamelucca, quando venne riorganizzato il sistema viario, Lubban Khan continuò ad ospitare i viandanti e si ingrandì, come testimoniano le rovine dell’edificio costruito secondo i canoni del caravanserraglio: un ampio cortile circondato da stanze per gli alloggiamenti e una stalla per i cavalli.
Purtroppo oggi l’intero complesso è lasciato in rovina, circondato da alberi di ulivo, di noce e da arbusti che non lo rendono immediatamente individuabile. È comunque interessante, per chi percorre la strada che va da Gerusalemme a Nablus, seguire una breve deviazione che porta al Khan. Arrivati nel sito, le api segnalano il punto della sorgente, oggi coperta da acqua stagnante, ed è possibile entrare nei locali dell’antico caravanserraglio.
Qui si assapora il gusto della sosta, al riparo sotto le ampie volte dell’edificio turco, dove viene spontaneo fare memoria di quanti affrontavano i disagi di lunghi itinerari a piedi per raggiungere Gerusalemme… Compresa la Famiglia di Nazaret, che nel caravanserraglio di Lubban visse le sue prime apprensioni a causa della missione di Gesù.