In questo mese di ottobre si celebra a Roma, dal 5 al 26, il sinodo dei vescovi dedicato alla «Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa». Si raduneranno, in questa occasione, insieme a Benedetto XVI, i rappresentanti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo per riflettere sulla necessità di rafforzare ed estendere «l’incontro con la Parola come fonte di vita»; e per «proporre ai cristiani e a tutti modi agevoli per ascoltare Dio e parlare con Lui».
La Bibbia, oggi, pur essendo il libro decisamente più diffuso al mondo (secondo l’Alleanza Biblica universale è stato tradotto per intero o in parte in 2.355 lingue), resta comunque sconosciuta a due terzi dell’umanità. A miliardi di persone è ancora preclusa, insomma, la possibilità di leggere la Parola di Dio. Su questo versante serve dunque uno sforzo ulteriore per offrire a tutti i popoli della terra l’incontro con la Scrittura, che è poi (come già sottolineava san Girolamo nel IV secolo), l’incontro con Cristo.
I temi che verranno trattati nel corso del sinodo (Liturgia e preghiera; Evangelizzazione e catechesi; Esegesi e teologia; La vita del credente) permetteranno di porre nuovamente – e con forza – la Parola di Dio al centro della vita della Chiesa e delle comunità che la compongono. Permetteranno di sottolineare come la Bibbia non sia una parola morta, ma un Verbo fatto carne, che continua a vivificare le comunità dei credenti. Permetteranno di ricordare come studiare e pregare la Bibbia sia uno straordinario strumento di ecumenismo e dialogo tra Chiese e religioni.
Gli organizzatori del sinodo hanno chiesto la presenza, durante i lavori, di esperti delle facoltà bibliche di Gerusalemme (l’Ecole biblique dei padri domenicani e lo Studium Biblicum Franciscanum della Custodia di Terra Santa). Per noi questo invito è motivo d’orgoglio, ma soprattutto uno sprone, per far conoscere sempre più la terra che ha visto fiorire la Parola di Dio, ha generato il Salvatore e l’ha donato al mondo intero.