Egitto, la strage degli esami di maturità
L’anno scolastico in Egitto è iniziato senza che ancora si sia sopita l’ondata di emozione per il suicidio, nel luglio scorso, di due giovani maturandi di 16 e 17 anni. Uno choc fortissimo per il Paese. Mirhane, studentessa di 17 anni, che si è lanciata dalla finestra alla fine dell’esame di matematica e Hassan, 16 anni, che si è lasciato morire per soffocamento, hanno deciso, come negli anni passati altri giovani prima di loro, di togliersi la vita per sfuggire alle difficoltà degli esami.
Un fenomeno che i giornali hanno descritto come «la strage della shahada thanawyia ‘amma (il diploma di maturità egiziano – ndr)» e che sta scuotendo la vita dell’Egitto.
La direttrice del Centro nazionale dei veleni in un ospedale del Cairo, Nashawa Radouan, ha affermato che i tentativi di suicidi aumentano ogni anno durante il periodo degli esami e con l’annuncio dei risultati, aggiungendo un dato agghiacciante: quest’anno si è occupata di 115 casi di tentativo di suicidio di studenti.
La difficoltà degli esami unita al forte desiderio di molte famiglie, generalmente di condizione economica medio-bassa, di dare ai propri figli un futuro migliore con il conseguimento di un titolo di studio, spingono poi molti genitori a cercare vie alternative, se non a compiere vere e proprie irregolarità per aiutare i figli.
Scandalo ha infatti provocato in Egitto, la fuga di notizie sulle tracce dei questionari degli esami di maturità in cambio di denaro ad alti ufficiali della polizia e ai responsabili del governatorato di Minya, nell’Alto Egitto; così come è avvenuto per le aule allestite specificamente per i figli di funzionari che comunicavano con i loro genitori grazie a telefoni cellulari.
Di fronte a una situazione che ha scatenato non poche polemiche, il ministro dell’Istruzione, Yehia el Gamal, è dovuto comparire diverse volte davanti al Parlamento per giustificarsi di fronte alla collera delle famiglie e della popolazione. Fotografie di liceali in lacrime, di studenti affranti all’uscita dagli esami e dei loro genitori ugualmente afflitti sono mostrate tutti i giorni dai giornali durante il periodo della maturità.
Immagini che riflettono il profondo malessere nel mondo dell’istruzione e una crisi acuta nel rapporto tra lo Stato e la popolazione. Alcuni osservatori hanno denunciato il fatto che lo Stato renderebbe gli esami difficili per ridurre il numero dei diplomati nel tentativo di abbassare anche quello degli studenti ammessi nelle università pubbliche. L’aumento demografico in Egitto riguarda in maggioranza le classi medie e povere. Il Paese conta una gran massa di giovani (la metà della popolazione – circa 70 milioni – è al di sotto della maggiore età), che si affaccia ogni anno al mondo della scuola con grandi aspettative.
Davanti al numero crescente di maturati e all’enorme richiesta di istruzione universitaria, lo Stato ha incoraggiato la nascita di atenei privati e stranieri. Tuttavia – ancora una volta – queste università sono alla portata solo dei più ricchi, mentre il tasso di abbandono scolastico tra i ragazzi delle famiglie meno abbienti è in aumenta.