Il mondo arabo? È pronto a sostenere il negoziato per la pace tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese. Ma chiede precise garanzie. Tra queste che Gerusalemme diventi capitale del futuro Stato palestinese. Partecipando ieri al Meeting di Rimini alla tavola rotonda moderata da Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo, su «Le condizioni della pace» (sono intervenuti anche il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso) Amre Moussa, segretario generale della Lega araba, ha fatto il punto sul processo di pace tra Israele e Palestina.
Il mondo arabo? È pronto a sostenere il negoziato per la pace tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese. Ma chiede precise garanzie. Tra queste che Gerusalemme diventi capitale del futuro Stato palestinese.
Partecipando ieri al Meeting di Rimini alla tavola rotonda moderata da Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo, su «Le condizioni della pace» (sono intervenuti anche il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso) Amre Moussa, classe 1936, attuale segretario generale della Lega araba (l’organismo che raggruppa 22 Paesi arabi di Africa e Medio Oriente), ha fatto il punto sul processo di pace tra Israele e Palestina, non nascondendo però le proprie perplessità e preoccupazioni circa lo stallo attuale: «Finora ci sono state promesse ma pochi risultati».
Egiziano, ex ministro degli Esteri del suo Paese, già ambasciatore in India e presso le Nazioni Unite, Amre Moussa ha preso le mosse nel suo intervento dal tema dello «scontro tra civiltà».
«È innegabile che lo scontro esista – ha detto – ma solo tra le frange estremiste di tutte le civiltà. La base delle varie nazioni, il popolo insomma, desidera le medesime cose: la pace, il benessere, lo sviluppo, la concordia».
Riallacciandosi all’intervento del ministro Frattini, che ha sottolineato come la soluzione del conflitto israeliano-palestinese costituisca il «punto di svolta» per la stabilizzazione e la pace in Medio Oriente, il segretario della Lega araba ha ribadito il punto di vista della sua organizzazione e dei Paesi membri: «Gerusalemme deve davvero diventare la città della pace. Tutte le religioni devono avere accesso ai Luoghi Santi, in piena libertà. Il nodo di Gerusalemme non può essere tralasciato nei negoziati e la città deve diventare la capitale condivisa dei due Stati israeliano e palestinese». Moussa ha riconosciuto che «scintille di dialogo» si accendono di tanto in tanto (le aperture tra Israele e Siria, il rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane), ma è tornato ad insistere sulla necessità che il negoziato preveda un orizzonte temporale e non tralasci punti fondamentali come la definizione dei confini e il diritto dei profughi al ritorno in patria. «La parte araba è pronta a negoziare – ha ribadito – ma abbiamo bisogno di garanzie. Soprattutto chiediamo che si stabilisca un limite temporale, perché i negoziati non si possono protrarre all’infinito. Abbiamo poi bisogno di un mediatore onesto, che tuteli entrambi le parti. Gli Usa possono svolgere questo ruolo. Anche l’Unione Europea e l’Italia possono offrire il loro decisivo contributo».
Alla sollecitazione del cardinal Tauran, che ha invitato a promuovere una vera pedagogia della pace capace di aprire al dialogo e all’accoglienza, pur nel rispetto dei valori di ciascuno, Amre Moussa ha aggiunto: «Tutto ha inizio con la pace. Credo che con la stabilità e la pace in Medio Oriente, insieme alle riforme sociali e allo sviluppo, molti dei problemi che toccano oggi i nostri Paesi potrebbero essere risolti».