Che cosa è una notizia e che cosa non lo è quando si parla di islam? A sollevare di nuovo forti dubbi su certi criteri di giudizio, è il fatto che nessuno dei quotidiani italiani riporti la notizia dell'invito a visitare il Bahrein rivolto al Papa nei giorni scorsi dallo sceicco Hamad Bin Isa Al-Khalifa, il monarca del Paese. Ora, è evidente che il Bahrein non sia esattamente una grande potenza all'interno del mondo islamico. Però il fatto che un Paese musulmano, a meno di due anni dal discorso di Ratisbona, inviti Benedetto XVI per un viaggio è una signora notizia.
Che cosa è una notizia e che cosa non lo è quando si parla di islam? A sollevare di nuovo forti dubbi su certi criteri di giudizio, è il fatto che nessuno dei quotidiani italiani riporti la notizia dell’invito a visitare il Bahrein rivolto al Papa nei giorni scorsi dallo sceicco Hamad Bin Isa Al-Khalifa, il monarca del Paese. Ora, è evidente che il Bahrein non sia esattamente una grande potenza all’interno del mondo islamico. E in più l’esperienza insegna che un invito non vuol dire che il viaggio si potrà davvero fare subito. Però il fatto che un Paese musulmano, a meno di due anni dal discorso di Ratisbona, inviti Benedetto XVI per un viaggio è una signora notizia.
Non si tratta nemmeno di un’indiscrezione tutta da verificare: sta scritto nel comunicato ufficiale diffuso dalla sala stampa vaticana a margine dell’udienza. Un testo come al solito stringato, dove ogni parola è attentamente soppesata e come tale dovrebbe essere analizzata dai vaticanisti. Che però avevano di meglio di cui occuparsi: le ripercussioni del dollaro debole sui conti del Vaticano (La Stampa) o lo «scandalo» dell’apparizione di una bandiera della pace a Lourdes (Libero). Nemmeno sui loro frequentatissimi blog – dove non hanno l’alibi di dover far capire al capo redattore di turno l’importanza della notizia – i nostri vaticanisti hanno dedicato una riga all’invito giunto dal Bahrein.
Viene il dubbio che non sappiano proprio dov’è il Bahrein. Perché basterebbe aprire un atlante per rendersi conto che si tratta di un’isola del Golfo Persico a venticinque chilometri dall’Arabia Saudita (oggi c’è persino un ponte che unisce i due Stati). Il Qatar – l’emirato da cui trasmette al Jazeera – si trova poco più lontano, mentre l’Iran sta sull’altra sponda del Golfo. Un grande crocevia, dunque. Che – come il comunicato della Santa Sede testimonia – è anche uno dei nuovi avamposti del confronto tra cristiani e musulmani. Perché come a Doha – dove nel marzo scorso è stata inaugurata la prima chiesa cattolica – anche qui le nuove migrazioni dall’Asia hanno reso la presenza cristiana un fatto ormai numericamente significativo. Nel Bahrein si calcola che i cristiani siano ormai circa il dieci per cento della popolazione. Così – dando notizia dell’incontro con il Papa e dell’invito rivolto – il quotidiano locale Bahrein Tribune ricorda che in Bahrein una chiesa cattolica, la parrocchia del Sacro Cuore, esiste fin dal 1940. E che i circa mille cristiani di origine locale sono rappresentati nel Consiglio della Shura. La notizia dell’invito al Papa, snobbata dalla stampa italiana, ha invece trovato ospitalità sui giornali di nazioni musulmane, come il Pakistan Daily, a cui vi rimandiamo a titolo esemplificativo.
Una visita del Papa in Bahrein sarebbe un evento epocale, paragonabile per importanza a un viaggio in Cina. Anche per questo – dunque – l’invito da solo non basta. Il Vaticano chiederà precise garanzie sul fatto che la visita possa davvero segnare un punto di svolta nelle relazioni e nell’impegno per un rispetto non solo formale della libertà religiosa. Da qualche giorno, però, questo sogno è più vicino. Anche se nessuno in Italia si è preso la briga di raccontarcelo.
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