Dopo cinque anni di resistenze, i vertici della Difesa israeliani hanno accolto le ingiunzioni dell'Alta Corte di giustizia: saranno smantellati 2,4 chilometri di tratto di muro, a nord di Qalqilya, in Cisgiordania. Questa mossa restituirà 260 ettari di terre coltivabili ai legittimi proprietari palestinesi. Il tratto smantellato sarà sostituito da un nuovo muro, lungo 4,9 chilometri e più vicino alla Linea verde. Fino ad oggi, i militari si erano sempre rifiutati di cambiare il tracciato del muro, in nome di imprescindibili esigenze di sicurezza.
(c.g.) – Dopo cinque anni di resistenze, in questi giorni i vertici della Difesa israeliani hanno accolto le ingiunzioni dell’Alta Corte di giustizia: saranno smantellati 2,4 chilometri di tratto di muro, a nord di Qalqilya, in Cisgiordania. Questa mossa restituirà 260 ettari di terre coltivabili ai legittimi proprietari palestinesi. Il tratto smantellato sarà sostituito da un nuovo muro, lungo 4,9 chilometri e più vicino alla Linea verde (il confine provvisorio tracciato nel 1949 tra Israele e i Territori Palestinesi ), per un costo di oltre 9 milioni di euro. Il nuovo percorso scelto rispetta a grandi linee quello proposto ormai anni fa dall’Assemblea per la pace e la sicurezza ed è giudicato dai vertici della Difesa, rispondente alle necessarie misure di sicurezza.
L’annuncio arriva dopo che, lo scorso 9 luglio, l’organizzazione per i diritti umani israeliana B’Tselem aveva denunciato il fatto che, nonostante le numerose sentenze contro il muro dell’Alta Corte di giustizia, Israele non avesse smantellato nemmeno il più piccolo tratto della «barriera di difesa».
Quel che probabilmente ha cambiato gli orientamenti dei governanti è stato il punto di vista di Gabi Ashkenazi, il nuovo capo delle Forze armate israeliane, il quale è convinto che il governo e non le Forze armate, debba determinare il tracciato preciso del muro. Ashkenazi, in carica dal febbraio 2007, avrebbe semplicemente smesso di imporre un ruolo attivo delle Forze armate nei confronti dell’Alta Corte.
In particolare, il muro nelle vicinanze di Qalqilya venne costruito nel 2003. I residenti di molti villaggi palestinesi dei dintorni, subito presentarono al supremo tribunale israeliano petizioni contro un simile atto che li divideva da terre fertili di loro proprietà. I residenti palestinesi hanno vinto molte battaglie legali, in questi anni. L’Alta Corte infatti ha ordinato che il muro fosse spostato più vicino alla Linea verde intorno a Bil’in, Alfei Menashe e Tzufin. In un pronunciamento del 2006, la Corte biasimò lo Stato per aver nascosto il fatto che il tracciato del muro a Est di Tzufin fosse stato determinato dai piani di ampliamento degli insediamenti dei coloni israeliani, e non da motivi di sicurezza. Lo stesso giudizio di condanna venne dato anche per il tratto di muro vicino a Bil’il. Nonostante questi pronunciamenti la dirigenza della Difesa, fino ad oggi, si è sempre rifiutata di cambiare il tracciato del muro, in nome di imprescindibili esigenze di sicurezza.