A cura di Aldo Ferrari, questo libro è un viaggio all'interno del corpo mistico di Cristo. Conoscere le diverse strade che la Chiesa orientale ha tracciato per continuare l'annuncio cristiano nel mondo, non è una concessione alla curiosità verso l'esotico e il lontano. È accostare il fine cesello di una verità sinfonica che ha la possibilità di offrire ancora, nell'intarsio di popoli, costumi e culture diverse della nostra epoca, tesori di spiritualità validi per i credenti di tutte le latitudini.
A cura di Aldo Ferrari – e con il contributo di saggisti come Alberto Elli, Osvaldo Raineri, Mariam de Ghantuz Cubbe, Alessandro Mengozzi, Riccardo Pane, Paola Pizzi, Alberto Campani e Gaga Shurgaia -, Popoli e Chiese dell’Oriente cristiano è un viaggio all’interno del corpo mistico di Cristo, precisamente nel polmone con cui la Chiesa, a detta di Giovanni Paolo II, deve imparare a respirare maggiormente.
Percorrerne gli alveoli, conoscere cioè le diverse strade che la Chiesa orientale ha tracciato per continuare l’annuncio cristiano nel mondo, non è una concessione alla curiosità verso l’esotico e il lontano, né soltanto una conoscenza, pure preziosa, dei principali interlocutori cristiani che nella storia hanno dovuto rapportarsi con civiltà diverse e talvolta (o tuttora) minacciose, come l’islam, e che oggi portano tutto il peso della permanenza del nome di Gesù nella terra che ha conosciuto per prima la predicazione dei suoi discepoli.
In molti casi il patrimonio culturale e spirituale siro, egiziano, maronita, melchita trae la sua linfa vitale proprio dalla formazione iniziale del cristianesimo, talvolta persino prima, come nel caso del cristianesimo etiope, così legato alla vicenda storica dell’ebreo Gesù da sembrare persino giudaizzante in certe pratiche ad un occhio esterno. Le grandi controversie cristologiche dei secoli V e VI, le lotte legate alla supremazia delle grandi sedi episcopali antiche (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli per citare le maggiori), il rapporto tra la fede e il potere politico imperiale, la millenaria presenza islamica sui territori del vicino Oriente fungono da ingredienti per la formazione di una sorta di Babele liturgica, ecclesiastica e teologica e pastorale, così come si presenta l’Oriente cristiano ancora ai nostri giorni.
Siamo davanti al fine cesello di una verità sinfonica – come lo definiva il teologo Hans Urs Von Balthasar – che ha la possibilità di offrire ancora, nell’intarsio di popoli, costumi e culture diverse della nostra epoca, tesori di spiritualità validi per i credenti di tutte le latitudini. Come si può essere certi, per fare un esempio, che dalla pubblicazione mai avvenuta di gran parte della letteratura cristiana araba o sira o copta non possa emergere dall’oblio un altro Giovanni Damasceno, o un secondo Efrem Siro?
Il presente studio è composto da sette saggi, ognuno dei quali si propone di offrire una panoramica sufficientemente chiara, dalle origini ai giorni nostri, delle Chiese principali d’Oriente e i loro rapporti culturali e politici reciproci e con la lontana sede di san Pietro: melchiti, siri ortodossi e caldei, maroniti, armeni, georgiani, egiziani copti etiopi ed eritrei. Il che, se si esclude la dinamica delle grandi missioni occidentali (francescani, gesuiti, riformati britannici o statunitensi), rappresenta il ritratto del volto di Cristo che, per un fenomeno di emigrazione sempre più massiccio, sembra ora quasi dissolversi.