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Viaggi che «donano la vista ai ciechi»: sono i pellegrinaggi di giustizia e i campi di lavoro. Vacanze particolari che ci fanno conoscere la realtà spesso nascosta della Terra Santa.

A braccia ed occhi aperti

Carlo Giorgi
17 giugno 2008
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A braccia ed occhi aperti
Foto di gruppo con mons. Michel Sabbah al patriarcato latino di Gerusalemme per questi partecipanti a un pellegrinaggio di giustizia organizzato da Pax Christi.

Maniche rimboccate e occhi aperti. È la caratteristica di una particolare schiera di viaggiatori in Terra Santa: i partecipanti ai «campi di lavoro» e ai «viaggi di conoscenza»; viaggiatori che si ispirano ai principi del «turismo responsabile» e privilegiano l’aiuto materiale e l’incontro con le persone rispetto alla visita, comunque immancabile, ai santuari della cristianità.

«La cosa sempre più necessaria è di visitare la Terra Santa evitando una visione distorta della realtà – spiega Giulia Ceccutti, di Pax Christi, associazione che organizza diversi campi di lavoro in Israele e Palestina -. Come pellegrino, passare il check point di Betlemme è diverso se lo fai viaggiando su un pullman o spostandoti a piedi; nel primo caso il passaggio è a misura di turista, veloce e indolore come una pausa in autogrill; nel secondo caso invece aspetti in coda insieme ai palestinesi e puoi renderti conto dei disagi che vive la gente comune; e capisci meglio la Terra del Santo».

Pax Christi organizza due campi di lavoro e un «pellegrinaggio di giustizia» che si svolge dal 15 al 22 agosto: «Al gruppo, composto al massimo da 25 persone, proponiamo di incontrare il vangelo incarnato – spiega Giulia -: visitiamo la parrocchia di padre Raed a Taybeh, villaggio da cui i cristiani se non c’è un lavoro se ne vanno; a Nord, il villaggio arabo-israeliano di Fassouta; a Ramallah, la cooperativa di donne cristiane che lavora producendo ricami e la scuola di musica Al Kamadjati («Il violinista»), fondata per dare ai bambini un’alternativa alla violenza. In Italia gli procuriamo gli strumenti che portiamo d’estate: ogni viaggiatore parte con un violino, una tromba, un violoncello. Tanto che in aeroporto sembriamo un’orchestra».

Anche Viaggi Solidali, agenzia torinese propone un campo di lavoro «musicale» in Palestina, dal 2 all’11 luglio: i partecipanti saranno coinvolti nella gestione dei campi estivi di musica presso l‘Edward Said National Conservatory of Music di Ramallah.

L’Ipsia, Istituto pace sviluppo e innovazione Acli, propone due campi di lavoro ad Al Khasf, piccolo centro vicino a Betlemme: «Aiuteremo nell’animazione con i più piccoli – spiega Silvia Maraone di Ispia – in collaborazione con il Psa, Palestinian Friend­ ship Association».

Tra le associazioni che propongono campi di lavoro, da segnalare è la Yap, Youth Action for Peace Italia che propone tra luglio e agosto tre campi di lavoro in Israele, a Baladna (in Galilea), e quattro in Palestina, tra Jenin, Gerusalemme e Betlemme.

Anche l’Associazione per la pace, dal 25 luglio al primo d’agosto, organizza un viaggio di conoscenza tra Israele e Palestina, con obiettivo di incontrare le associazioni dei pacifisti di entrambi gli schieramenti. Guida l’europarlamentare Luisa Morgantini (per info e-mail: luisa.morgantini@europarl.europa.eu).

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