Maggio 2008
Libano. Prova di forza degli sciiti Hezbollah
Tra opposti sospetti e reciproche accuse il Libano cerca di capire quale futuro lo attenda, dopo i violenti scontri che da venerdì scorso ad oggi sono costati la vita a oltre 80 persone e hanno determinato un'escalation di tensione mai così acuta negli ultimi tempi. Perché se le armi sembrano al momento tornate a tacere (a parte qualche scaramuccia notturna nel Nord), se si sono temporaneamente allentati i toni dei giorni scorsi, la miccia sembra essere ancora accesa e la polveriera potrebbe esplodere da un momento all'altro.
Serata sull’Iran dei giorni nostri
Teheran è uno dei minacciosi membri dell'«asse del male» o il simbolo di una società islamica complessa, che si dibatte nelle sue contraddizioni, lasciando tuttavia un piccolo spazio di espressione alle minoranze, come i cristiani e gli studenti universitari? Alla luce delle ultime controverse elezioni di marzo, una serata con due testimoni d'eccezione, dedicata al Paese mediorientale che fa più paura all'Occidente.
Il Papa ha accolto il nuovo ambasciatore di Israele
Questa mattina, 12 maggio, in Vaticano, il Papa ha ricevuto il nuovo ambasciatore di Israele presso la Santa Sede. Nel suo discorso di benvenuto a Mordechay Lewy, che gli ha presentato le lettere credenziali, Benedetto XVI ha rinnovato a tutta Israele i suoi cordiali auguri per il sessantesimo di fondazione dello Stato, al centro dei festeggiamenti di questi giorni. Il Papa ha poi voluto riassumere al diplomatico il pensiero della Santa Sede su vari temi relativi alle relazioni tra le due parti e alla pace in Medio Oriente. Ha parlato quindi della tutela delle minoranze cristiane, dei diritti alla prosperità di cui sono titolari tanto gli israeliani quanto i palestinesi e, infine, delle questioni ancora da risolvere nei negoziati bilaterali tra Santa Sede e Israele.
Anniversari e coraggio della profezia
Tel Aviv. A teatro per riconciliare due narrazioni storiche
Ritorno ad Haifa è uno spettacolo teatrale messo in scena a Tel Aviv in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dello Stato israeliano. L'opera sta suscitando aspre polemiche, e persino appelli di boicottaggio. Basato su un romanzo dello scrittore palestinese Ghassan Kanafami, assassinato in un attentato a Beirut nel 1972, Ritorno ad Haifa descrive l'angoscia di una coppia palestinese, Said e Safiyeh, costretta a fuggire dalla propria terra, dopo aver smarrito il figlio neonato. Nel 1968 la coppia fa ritorno ad Haifa e scopre che nella propria casa vivono due coniugi ebrei, Myriam ed Ephraim, con il loro figlio ormai ventenne, che in realtà è il bimbo perduto dagli sposi palestinesi, ritrovato e adottato dalla coppia ebrea.
60 anni controversi
Complici le polemiche sulla Fiera del Libro di Torino, un fiume di parole viene speso in queste ore sui 60 anni di Israele. Con un dibattito incanalato nel solito stereotipo «viva Israele» o «abbasso Israele». Tre articoli interessanti tratti dai giornali del Medio Oriente ci aiutano invece a sviluppare qualche riflessione in più.
Esuli oltre la morte
Quando non si ha una patria in cui tornare, l'esilio può continuare anche dopo la morte. Per i palestinesi fuggiti all'estero dopo l'occupazione israeliana dei Territori, il sogno di essere sepolti nei villaggi in cui sono nati si ferma sulle rive del Giordano, in Libano o in Siria. Mentre chi ha scelto di ricostruirsi una vita in Vietnam o in Bulgaria riposa ora lontano da casa nella speranza che i figli riportino, un giorno, le spoglie dei padri in Palestina. La preoccupazione per il proprio luogo di sepoltura è diventata un'ossessione che Nasri Hajjaj ha scelto di raccontare nel documentario L'ombra dell'assenza.
Israele 60 anni dopo
A maggio lo Stato di Israele compie sessant'anni, un anniversario che sarà celebrato con solennità anche se il Paese vive da decenni una soffocante assenza di pace. Cosa riserverà il futuro? L'abbiamo chiesto a quattro personalità di primo piano.