Marzo 2008
Il dilemma di Gaza
Una sequenza di morte che a ondate si ripete inesorabile ormai da otto mesi e mezzo. È difficile sfuggire a questa sensazione pensando a quanto successo di nuovo a Gaza nelle ultime ore. L'aspetto più sconcertante è l'assoluta inutilità di questo bagno di sangue. Perché è sotto gli occhi di tutti un fatto: anche quest'ultima operazione israeliana non ha diminuito, ma solo aumentato ulteriormente il numero di razzi caduti sul territorio israeliano. Guardiamo alla situazione dando voce a due differenti prospettive: una israeliana, tratta dal quotidiano Yedioth Ahronot e una araba pubblicata dal saudita Arab News.
Iraq. Contatti aperti con i rapitori di mons. Rahho
La Chiesa caldea in Iraq è stata contattata dai rapitori dell'arcivescovo di Mosul, Paulos Faraj Rahho, ma non ha notizie fresche sulla sua sorte, secondo il vescovo caldeo mons. Shlemon Warduni, ausiliare del patriarca di Baghdad. Parlando quest'oggi con Terrasanta.net, il vescovo ha detto che i sequestratori si sono fatti vivi ieri, ma non hanno fornito notizie sul rapito. Warduni ha invitato tutti i cattolici a pregare e a «combattere con il nostro amore» per il rapido rilascio dell'ostaggio, anche perché «la sua salute non è molto buona».
La tristezza del Papa per l’Iraq e la Terra Santa
Quest'oggi in piazza San Pietro al termine della preghiera dell'Angelus di mezzogiorno, il Papa è tornato sulle difficoltà attuali del Medio Oriente, richiamando l'attenzione e la preghiera della Chiesa e degli uomini di buona volontà sui drammi dell'Iraq e della Terra Santa. Benedetto XVI ha chiesto in primo luogo la liberazione del vescovo caldeo di Mosul, mons. Paulos Faraj Rahho, rapito venerdì 29 febbraio. A israeliani e palestinesi ha chiesto il rispetto assoluto della vita umana, anche di quella del nemico, per fondarvi un futuro di pace.
Un ponte per Betlemme
Torna anche quest'anno, per la seconda volta, l'appuntamento del primo marzo con Un ponte per Betlemme, giornata di preghiera e sensibilizzazione in solidarietà con i cristiani e tutti gli abitanti di Betlemme che si sentono sempre più abbandonati nella città che l'occupazione militare israeliana ha ridotto a una prigione.