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Le Chiese di Gerusalemme: pentiamoci e cambiamo strada

20/03/2008  |  Gerusalemme
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Le Chiese di Gerusalemme: pentiamoci e cambiamo strada
Alcuni degli ecclesiastici presenti alla preghiera ecumenica di domenica 3 giugno presso la basilica di Santo Stefano a Gerusalemme. (foto Wcc)

Nel loro messaggio comune scritto in occasione dell'imminente Pasqua i capi delle Chiese di Terra Santa invitano i loro fedeli, ma anche i responsabili politici di Israele e Palestina, al pentimento. «Gesù - scrivono i leader cristiani - afferma che la Chiesa ha una specifica funzione nel mondo, quella cioè di spiegare e convincere la gente che gli uomini e le donne hanno la responsabilità di confessare i loro peccati. Se si pentono con sincerità e riprendono il cammino i loro peccati sono rimessi». Questo, prosegue il testo, vale per tutti. Occorre ammettere gli errori e cercare nuove vie per la pace. Un appello alla responsabilità anche per gli amici della Terra Santa in tutto il mondo.


Nel loro messaggio comune scritto in occasione dell’imminente Pasqua i capi delle Chiese di Terra Santa invitano i loro fedeli, ma anche i responsabili politici di Israele e Palestina, al pentimento.

«Gesù – scrivono i leader cristiani – afferma che la Chiesa ha una specifica funzione nel mondo, quella cioè di spiegare e convincere la gente che gli uomini e le donne hanno la responsabilità di confessare i loro peccati. Se si pentono con sincerità e riprendono il cammino i loro peccati sono rimessi».

«È del tutto normale che noi ribadiamo quello stesso messaggio alla nostra terra», prosegue il messaggio. «Allo stesso modo dobbiamo liberare le vite dei nostri popoli dalle molteplici sofferenze causate dall’occupazione, dallo spargimento di sangue, dalla violenza, dalle uccisioni e dall’odio reciproco come pure dai modi sbagliati con cui si è cercato finora di conseguire la sicurezza. In questi scenari di morte dobbiamo mostrare di essere gli apostoli della risurrezione, della gioia e della speranza che da essa derivano. Dobbiamo dire a tutti che la situazione in cui viviamo fa parte del peccato del mondo, ma deve fare anche parte del nuovo potere datoci dal Signore Risorto. Pertanto invitiamo tutti a fare penitenza, a confessare il proprio coinvolgimento nel peccato del mondo, a ricevere il perdono e a diventare capaci di vedere le giuste vie che conducono alla sicurezza e alla pace. Rivolgiamo queste parole ai nostri governanti in Palestina e in Israele. Le vie percorse finora per ottenere la sicurezza devono essere cambiate. In caso contrario saremo condannati a un interminabile ciclo di violenza».

Di seguito vi proponiamo il testo del messaggio in versione integrale.

Pasqua 2008
Messaggio dei capi delle Chiese di Gerusalemme

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, Gesù venne, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore, che disse loro nuovamente: «Pace a voi!» (Gv 20, 19-21)

Care sorelle, cari fratelli,
Cristo è risorto!

Sono in molti quelli che in occasione della Pasqua si limitano a rivolgere il loro pensiero alla tomba vuota.. Tanto più importante è che riflettiamo sulla prima manifestazione del Signore ai suoi discepoli. Deve essere di notevole incoraggiamento che il Cristo vivente saluti la sua Chiesa vivente. Non sottovalutiamo la sofferenza di tanti nostri fedeli causata dal prolungarsi della violenza e degli atti di terrorismo di cui siamo tutti vittima in Cisgiordania, a Gaza e nella società israeliana. Tuttavia il Signore risorto ci ricorda e ci ammonisce che abbiamo un ruolo e un dovere nel cambiare la presente situazione, grazie al potere e alla forza che Cristo ci ha conferito.

È ovvio che nella sera di quella prima Pasqua i discepoli fossero pieni di paura, e anche di dubbi e di perplessità. Troppi avvenimenti si erano susseguiti che li avevano resi incerti e timorosi del futuro. Tuttavia nell’ora dell’estremo bisogno, Gesù venne e si fermò in mezzo a loro. Perché, dopo averlo visto morto sulla croce, avevano concluso che tutto era finito e che il Maestro li aveva abbandonati. Ma né paura, né debolezza o porte chiuse valsero allora a separare Gesù dai suoi discepoli e… nemmeno adesso! Apparve loro nella gloria e rinnovò la loro fede.

Nel rivolgere ai discepoli il tradizionale saluto «Pace a voi!», Gesù cerca di tranquillizzare i cuori dei suoi discepoli ansiosi e turbati. Mostra loro le mani e il costato per convincerli che è proprio lui il crocifisso di tre giorni prima. E così la loro paura e il loro dubbio si tramutano in gioia. Anche noi, al giorno d’oggi, viviamo nel timore e nel dubbio. Anche noi abbiamo bisogno di vedere il Signore Risorto, affinché ci liberi da ogni paura e perplessità per quanto avviene intorno a noi e in noi, e ci restituisca pace e gioia al posto della paura e dell’ansia.

Il messaggio pasquale tuttavia non termina qui. Portare al mondo la nuova gioia è la missione affidata agli apostoli. Gesù li mandò in un mondo tormentato affinché portassero a tutti la sua gioia e la sua pace.

Così dice Gesù: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi».
In tal modo Gesù rivela che la sua Chiesa deve essere lo strumento attraverso il quale la sua potenza salvifica viene fatta conoscere al mondo e le vite di uomini e donne vengono invitate a sottomettersi alle esigenze del Regno.

Altro ancora viene rivelato quando Gesù annuncia ai discepoli il potere spirituale che verrà loro conferito per portare a termine il compito assegnato: «Alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo».
Con quel gesto li prepara alla prossima venuta della Pentecoste. Mostra loro il suo intimo legame con lo Spirito Santo, che la Chiesa primitiva chiamava «lo Spirito di Cristo».

Dopo aver annunciato ai discepoli il potere spirituale che affida loro, Gesù afferma che la Chiesa ha una specifica funzione nel mondo, quella cioè di spiegare e convincere la gente che gli uomini e le donne hanno la responsabilità di confessare i loro peccati. Se si pentono con sincerità e riprendono il cammino i loro peccati sono rimessi.

È del tutto normale che noi ribadiamo quello stesso messaggio alla nostra terra. Allo stesso modo dobbiamo liberare le vite dei nostri popoli dalle molteplici sofferenze causate dall’occupazione, dallo spargimento di sangue, dalla violenza, dalle uccisioni e dall’odio reciproco come pure dai modi sbagliati con cui si è cercato finora di conseguire la sicurezza. In questi scenari di morte dobbiamo mostrare di essere gli apostoli della risurrezione, della gioia e della speranza che da essa derivano. Dobbiamo dire a tutti che la situazione in cui viviamo fa parte del peccato del mondo, ma deve fare anche parte del nuovo potere datoci dal Signore Risorto. Pertanto invitiamo tutti a fare penitenza, a confessare il proprio coinvolgimento nel peccato del mondo, a ricevere il perdono e a diventare capaci di vedere le giuste vie che conducono alla sicurezza e alla pace. Rivolgiamo queste parole ai nostri governanti in Palestina e in Israele. Le vie percorse finora per ottenere la sicurezza devono essere cambiate. In caso contrario saremo condannati a un interminabile ciclo di violenza. Per voi, governanti di questa terra, chiediamo che il Signore dia luce e forza capaci di allontanare la morte e la paura in modo da ristabilire pace e sicurezza.

Pertanto, mentre rivolgiamo a tutti voi il nostro saluto pasquale, vi invitiamo a dimostrare la vostra fede in maniera più positiva, non da ultimo dando prova della fede personale in Gesù Risorto e Glorificato. Gesù, più che un personaggio della storia, è Colui che ci insegna e ci guida lungo un cammino di pace e di vita nuova.

Auguriamo ai nostri amici in tutto il mondo la pace e la gioia del Signore Risorto. Vi ringraziamo per il vostro sostegno nella preghiera, ma vi chiediamo anche di ricordare che la vostra fede in Cristo ha la sua origine in Terra Santa. Su questo punto dovete assumervi le vostre responsabilità. Anche voi siete responsabili insieme a noi di ristabilire in questa terra la gioia della Risurrezione, liberandola dalla morte, dall’odio, dall’occupazione, dai Muri di sicurezza e dal timore del rischio della pace. Fate quello che potete e coinvolgete i vostri governi affinché si assumano le loro responsabilità nell’assicurare la pace di questa terra.

Pregate per noi e anche per una pace giusta e definitiva; pregate affinché venga meno la paura, il principale ostacolo alla pace. Pregate affinché i popoli si riconoscano e si accettino, affinché di fronte alla gloria della Risurrezione si schiudano vie più giuste, affinché questa terra di resurrezione possa gioire della nuova vita a cui Dio l’ha chiamata.

Cristo è risorto!

Un augurio di una gioiosa e santa Pasqua!

I patriarchi e i capi delle Chiese in Gerusalemme

Il patriarca greco-ortodossoTheophilos III
Il patriarca latino Michel Sabbah
Il patriarca  armeno ortodosso Torkom I Manoogian
Il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa ofm
L’arcivescovo copto ortodosso anba Abraham
L’arcivescovo siro-ortodosso Swerios Malki Murad
L’arcivescovo etiope ortodosso abuna Matthias
L’arcivescovo maronita Paul Sayyah
Il vescovo anglicano Suhail Dawani
Il vescovo luterano Mounib Younan
Il vescovo siro cattolico Pierre Malki
L’archimandrita greco cattolico Joseph Saghbini
Padre Rafael Minassian, armeno cattolico

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