Per scongiurare la fame, in Egitto cambia il «sistema di vendita» del pane. Il Paese nordafricano è il secondo maggior importatore di grano dal mondo; l'importazione tocca i 7 milioni di tonnellate all'anno, oltre la metà del consumo interno della popolazione. Per questo l'aumento del prezzo internazionale del grano degli ultimi mesi ha spinto l'Egitto in una situazione di crisi: alla fine del 2007, infatti, la bilancia commerciale egiziana ha segnato un disavanzo negativo del 63 per cento, causato proprio dal costo crescente dei generi importati.
(c.g.) – Per scongiurare la fame, in Egitto cambia il «sistema di vendita» del pane. Il Paese nordafricano è il secondo maggior importatore di grano dal mondo; l’importazione tocca i 7 milioni di tonnellate all’anno, oltre la metà del consumo interno della popolazione. Per questo l’aumento del prezzo internazionale del grano degli ultimi mesi ha spinto l’Egitto in una situazione di crisi: alla fine del 2007, infatti, la bilancia commerciale egiziana ha segnato un disavanzo negativo del 63 per cento, causato proprio dal costo crescente dei generi importati.
A dicembre l’Egitto ha dovuto rinunciare all’acquisto internazionale di 80 mila tonnellate di grano a causa di prezzi troppo alti. A complicare le cose per il governo, c’è anche il fatto che da anni in Egitto alcuni alimenti basilari (come il pane, la farina, l’olio e lo zucchero) sono venduti con prezzi calmierati, parzialmente sovvenzionati dallo Stato. Il governo passa un certo quantitativo di farina «calmierata» a ciascun panettiere , con cui viene cucinato e venduto del pane a prezzo «politico». Con l’aumento del prezzo della farina però si sta diffondendo un fenomeno di speculazione diffusa: i panettieri ricevono come sempre dal governo la farina a un prezzo calmierato; ma poi la rivendono sul mercato nero a un prezzo molto più alto. In questo modo producono meno pane «economico» e non si contano più le file per ottenere il pane di fronte alle panetterie. E pur di ottenere il pane i consumatori sono disposti a pagarlo più del dovuto.
Insomma, si prospetta una crisi economica a danno soprattutto dei meno abbienti. Per far fronte alla situazione il presidente Hosni Mubarak ha mobilitato addirittura l’esercito, impegnandolo nella produzione di pane extra. Ali Moselhi, ministro egiziano della solidarietà sociale, ha deciso di aumentare la quota di farina calmierata in sette regioni con alta densità di popolazione. Ma soprattutto, per evitare speculazioni, il governo ha deciso di separare il processo di produzione da quello di vendita. I panifici insomma, non venderanno più il pane che sarà invece distribuito da rivendite specificamente incaricate. Il ministro ha annunciato che già da alcune settimane, nei distretti di Helwan e Zeitoun, i processi di distribuzione e di vendita del pane sono stati separati.