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Tensione alle stelle tra Israele e Hamas

29/02/2008  |  Gerusalemme
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Tensione alle stelle tra Israele e Hamas
Israele considera un'offensiva di terra nella Striscia di Gaza.

In Terra Santa rullano ancora una volta i tamburi di guerra. Dalla Striscia di Gaza continuano a piovere razzi Qassam su Sderot e su altre località israeliane che rientrano nel raggio di tiro dei rudimentali ordigni. Israele replica con attacchi aerei mirati ad eliminare i palestinesi combattenti ma che si portano via anche vite innocenti. E nelle ultime ore la stampa israeliana dà per imminente una massiccia offensiva terrestre che, per la prima volta dall'evacuazione dei coloni ebrei nell'agosto 2005, riporterebbe almeno parte della Striscia sotto il controllo militare israeliano.


(g.s.) – In Terra Santa rullano ancora una volta i tamburi di guerra. Dalla Striscia di Gaza continuano a piovere razzi Qassam su Sderot e su altre località israeliane che rientrano nel raggio di tiro dei rudimentali ordigni. Israele replica con attacchi aerei mirati ad eliminare i palestinesi combattenti ma che si portano via anche vite innocenti e in molti casi giovanissime.

Come se non bastasse, nelle ultime ore la stampa israeliana dà per imminente una massiccia offensiva terrestre che, per la prima volta dall’evacuazione dei coloni ebrei nell’agosto 2005, riporterebbe almeno parte della Striscia sotto il controllo militare israeliano. Secondo fonti parlamentari registrate dal quotidiano Haaretz, Israle potrebbe assumersi l’onere di spazzar via la dirigenza di Hamas che controlla il territorio.

Lo stesso ministro della Difesa, Ehud Barak, ha dichiarato che «Hamas è responsabile dell’attuale situazione e pagherà il prezzo della nostra risposta».

Nel suo piccolo, anche la Caritas di Gerusalemme, impegnata in favore della popolazione palestinese, lancia un grido di allarme con un comunicato diffuso proprio oggi.

«La situazione recente, che ha subito un brusco peggioramento negli ultimi giorni – recita il comunicato – ha visto una drammatica perdita di vite umane e di strutture». Rifacendosi ai resoconti di alcuni organi di stampa, la Caritas cita le incursioni aree israeliane che solo nella giornata di ieri, 28 febbraio, hanno prodotto 20 morti a Gaza. Trentatrè le vittime in due giorni, tra cui anche un cittadino israeliano di Sderot. In questo mese di febbraio, incalza la Caritas, le vittime palestinesi degli attacchi israeliani sono state 66, contro le 62 di gennaio. Alcuni erano bambini intenti a giocare.

I bombardamenti hanno completamente distrutto anche gli uffici di Gaza (dislocati in prossimità del locale ministero degli Interni) della Palestinian Medical Relief Society, una delle maggiori ong palestinesi in campo sanitario.

Intanto la popolazione non può permettersi, per la scarsità di elettricità e gas, di far bollire l’acqua prima di utilizzarla per scopi alimentari, come consigliano di fare le autorità sanitarie.

Anche il personale medico e paramedico che la Caritas ha dislocato a Gaza in questi giorni ha particolari difficoltà ad operare, sia per le comprensibili ragioni di sicurezza sia per la penuria di carburanti che impedisce l’impiego della clinica mobile.

Rimangono operativi, invece, sei punti di assistenza medica dislocati sul territorio grazie a un progetto pilota finanziato lo scorso anno con il supporto della Catholic Agency for Overseas Development (Cafod, l’Agenzia cattolica per i progetti di sviluppo, ovvero la Caritas dei cattolici d’Inghilterra e del Galles).

«Caritas Jerusalem – dice il comunicato – vuole esprimere gratitudine per i lavoro del suo personale a Gaza, che opera in circostanze molto difficili. Riconfermiamo il nostro impegno ad assicurare assistenza medica alla popolazione di Gaza, pur con la preoccupazione che il nostro personale possa operare in sicurezza, senza doversi sobbarcare rischi eccessivi».

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