Parole di speranza
Papa Benedetto XVI, nel corso del 2007, è intervenuto molte volte sulla situazione della Terra Santa e del Medio Oriente. In occasione della Giornata mondiale di Terra Santa (che si celebra il Venerdì santo) Santo il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, vuole sottolineare in particolare tre interventi, un «trittico della pace» capace di aiutare le Chiese cristiane di tutto il mondo a vivere l’appuntamento della Colletta pontificia per la Terra Santa come un’occasione di coinvolgimento personale e di crescita spirituale, oltre che di solidarietà.
Nell’intervento del 9 giugno, in visita alla Congregazione per le Chiese orientali, Benedetto XVI diceva: «Dalle mie labbra si leva oltremodo accorata l’invocazione di pace per la Terra Santa, per l’Iraq e per il Libano (…). Possano le Chiese e i discepoli del Signore rimanere là dove li ha posti per nascita la Divina Provvidenza; là dove meritano di rimanere per una presenza che risale agli inizi del cristianesimo. Nel corso dei secoli essi si sono distinti per un amore incontestabile e inscindibile alla propria fede, al proprio popolo e alla propria terra».
Durante l’Angelus del 17 giugno, da Assisi, il Papa tornava sul tema della pace: «Considero mio dovere lanciare da qui un pressante e accorato appello affinché cessino tutti i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione (…). Il nostri pensiero va particolarmente alla Terra Santa, tanto amata da San Francesco, all’Iraq, al Libano, all’intero Medio Oriente». E ancora il 21 giugno, in occasione dell’udienza Pontificia alla Riunione delle opere di aiuto alle Chiese orientali (Roaco): «Busso nuovamente al cuore di Dio, Creatore e Padre, per chiedere con immensa fiducia il dono della pace. Busso al cuore di coloro che hanno specifiche responsabilità perché aderiscano al grave dovere di garantire la pace a tutti, indistintamente, liberandola dalla malattia mortale della discriminazione religiosa, culturale, storica o geografica».