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In Israele cresce la povertà

28/02/2008  |  Milano
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In Israele cresce la povertà
Un mercato a Tel Aviv. (foto M. Gottardo)

Famiglie arabe, lavoratori poveri, ma anche anziani e bambini. In Israele nel 2007 cresce ancora la povertà, colpendo categorie e classi sociali a volte molto lontane tra loro. Nonostante il miglioramento di molti indicatori economici (aumento degli stipendi anche minimi e crescita dell'occupazione) il recente rapporto semestrale dell'Istituto nazionale di assicurazione  rileva che il 24,7 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.


Famiglie arabe, lavoratori poveri, ma anche anziani e bambini. In Israele nel 2007 cresce ancora la povertà, colpendo categorie e classi sociali a volte molto lontane tra loro.

Nonostante il miglioramento di molti indicatori economici (aumento degli stipendi anche minimi e crescita dell’occupazione) il recente rapporto semestrale dell’Istituto nazionale di assicurazione (Nii, uno dei pilastri dello stato sociale israeliano), conta 1.674.800 cittadini israeliani sotto la soglia di povertà, il 24,7 per cento della popolazione, con un aumento di 20 mila unità rispetto al 2006.

Il rapporto sottolinea che la povertà oggi in Israele non riguarda più solo chi non ha un lavoro: cresce invece la categoria dei lavoratori poveri, coloro cioè a cui non basta più lo stipendio mensile per vivere. Il numero di famiglie sotto la soglia di povertà nonostante uno stipendio sicuro è passato infatti da 162 mila del 2006 a 168 mila del 2007. Ancora più sconvolgente il numero di famiglie sotto la soglia di povertà nonostante ben due stipendi mensili: 23 mila nel 2007, contro le 21 mila dell’anno precedente. E complessivamente, il 40 per cento delle famiglie israeliane sono al di sotto della soglia di povertà nonostante un lavoro sicuro. La spiegazione per un così alto numero di lavoratori poveri sta, secondo gli esperti dell’Istituto Nazionale di Assicurazione, da una parte nell’alto numero di lavoratori interinali, in out-sourcing o part-time del sistema israeliano; dall’altra nel gran numero di mansioni umili e stipendi oggettivamente insufficienti.

Secondo il rapporto, inoltre, il 52 per cento delle famiglie arabe israeliane vive sotto la soglia di povertà. In particolare è Gerusalemme la città in cui più grave è l’emergenza.

Tra le vittime della povertà anche anziani e bambini, fasce fragili della popolazione. Nel 2007, 804 mila bambini di nazionalità israeliana vivevano in stato di povertà, il 35,9 per cento del totale dei minori (solo 35,2 per cento all’inizio del 2006). Mentre il tasso di povertà in un anno è aumentato del 2 per cento tra i più anziani, nonostante la crescita delle pensioni registrata ultimamente in Israele; e nonostante che il 20 per cento dei possessori di una casa siano anziani. Eran Weintraub, responsabile dell’Israeli Humanitarian Aid, organizzazione che distribuisce cibo ai poveri, ha dichiarato: «Sacche di povertà sono comuni soprattutto tra gli anziani, i superstiti dell’olocausto, le famiglie monoparentali e gli arabi».

La linea di povertà assoluta in Israele nel 2007 era di 2.027 shekel (circa 380 euro) di guadagno mensile per una persona; di 3.244 shekel (circa 600 euro) per una famiglia di due membri; e di 5.191 shekel (circa 960 euro) per una famiglia di quattro persone.

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