Gennaio 2008
George W. Bush in Terra Santa
È un George W. Bush che «non ha più molto tempo» per afferrare la pace in Medio Oriente, sottolineano gli analisti, quello che è sbarcato oggi all'aeroporto Ben Gurion per la prima visita in Israele e Palestina da quando è alla Casa Bianca, prima tappa di un tour di nove giorni in sei Paesi dell'area. Un viaggio certo ambizioso e che mira a far compiere i primi decisivi passi verso la stabilità dopo i buoni propositi celebrati cinque settimane fa ad Annapolis, quando israeliani e palestinesi hanno concordato l'avvio di un negoziato per porre fine al conflitto. Ma anche un viaggio che nasconde tante incognite.
Il cardinal Foley al Santo Sepolcro
Il Gran Maestro dei cavalieri del Santo Sepolcro ha fatto ieri, 7 gennaio, solenne ingresso nella basilica del Santo Sepolcro. Accompagnato da una processione composta dal patriarca latino Michel Sabbah, dai suoi vescovi ausiliari, da una delegazione di cavalieri e dame e dai frati minori, il cardinal John Patrick Foley è stato accolto in basilica dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. La visita si è svolta in pieno clima natalizio. Se per i latini era appena trascorsa l'Epifania, per i greco ortodossi proprio il 7 gennaio era il giorno di Natale.
Il last minute di Bush
Come scrive David Levy sulle colonne di Haaretz, dopo oltre 2.500 giorni dalla sua elezione George W. Bush arriva in visita in Israele e nei Territori palestinesi. Da mercoledì a venerdì farà la spola tra Gerusalemme e Ramallah. E dalla sua stanza del King David - l'hotel più celebre di Gerusalemme, ma anche il luogo dove nel 1946 si compì il più sanguinoso attentato delle formazioni paramilitari ebraiche (91 morti) al tempo della guerra contro gli inglesi - avrà modo di conoscere finalmente di prima mano le contraddizioni della Città Santa.
Con Stanislaw Dziwisz sui passi di Karol
«Don Stanislao», come tutti l'hanno sempre chiamato, per lunghi anni è stato una presenza discreta accanto a Giovanni Paolo II nei suoi innumerevoli viaggi in giro per il mondo come nelle mille incombenze quotidiane del governo della Chiesa. Scomparso il grande Papa polacco, Benedetto XVI ha voluto che proprio «don Stanislao» divenisse arcivescovo di Cracovia, la città di Giovanni Paolo II, il luogo che più ne custodisce la memoria e la spiritualità. Il card. Dziwisz (68 anni) ci ha rilasciato un'intervista pubblicata sul numero di novembre-dicembre 2007 del bimestrale Terrasanta. Ve ne riproponiamo alcuni stralci.
Il Papa agli ambasciatori: sia pace in Medio Oriente
Nuovo appello del Papa a israeliani e palestinesi «affinché concentrino le proprie energie per l'applicazione degli impegni presi» ad Annapolis senza cedere agli estremisti e alla comunità internazionale per «sostenere questi due popoli con convinzione e comprensione». Nel discorso indirizzato oggi al Corpo diplomatico Benedetto XVI ribadisce la preoccupazione per il dilagare del terrorismo in Iraq, dove anche ieri è stata attaccata la comunità cristiana, chiede ai politici del Libano di accantonare i particolarismi per superare le «prove e violenze» che scuotono il Paese e incoraggia il pressing diplomatico sul nucleare iraniano.
A colloquio col rappresentante palestinese in Vaticano
«È necessario che il Vaticano abbia un ruolo attivo nel processo di pace: noi lo chiediamo a gran voce, vista anche la seria preoccupazione della Santa Sede per il futuro di Gerusalemme e dei Luoghi Santi, e il Papa mi ha assicurato che farà tutto ciò che è in suo potere per sostenere il processo che alla fine porti alla nascita di uno Stato palestinese». Il nuovo rappresentante dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) presso la Santa Sede, Shawqui Jabriel Armali, parla così del colloquio avuto il 10 dicembre scorso in Vaticano con Benedetto XVI. Nostra intervista.
Anche il lago di Tiberiade è malaticcio
Se il Mar Morto è in coma, il lago di Tiberiade non gode certo di buona salute. La sete che sta prosciugando il bacino salato più grande del mondo colpisce anche il suo vicino d'acqua dolce. In costante diminuzione da ormai cinque anni, il livello della principale riserva di acqua potabile d'Israele ha perso in un solo anno 42 centimetri. Il segnale d'allarme suona non solo per l'agricoltura israeliana, ma anche per le conseguenze negative che la carenza d'acqua può scatenare nei rapporti con gli Stati arabi circonvicini.
Sui passi di don Andrea
Questo prodotto audiovisivo è un viaggio percorso insieme con don Andrea Santoro, il sacerdote romano ucciso in Turchia nel febbraio 2006. I suoi scritti, le sue parole ed egli stesso, in alcuni inserti filmati girati negli anni scorsi, ci guidano nei luoghi che hanno conosciuto forti testimonianze di fede, con le loro luci e le loro ombre, e piccoli semi di un dialogo costruito nel quotidiano tra cristiani e musulmani.
Quella casa speciale in via dei Profeti
Via dei Profeti (Rehov Haneviim) e i suoi dintorni rappresentano senza dubbio una delle zone più belle e affascinanti di Gerusalemme. Nei fine settimana, anche di shabbat, è facile vedere pensionati israeliani che, in gruppi organizzati, visitano le diverse residenze di questa fetta di città. Uno dei posti più gettonati è Beit Tavor (Casa Tabor), al numero 58 di via dei Profeti. Fino ad oggi questa casa è considerata la più bella che sia mai stata costruita nella Gerusalemme di fine secolo Diciannovesimo.
Fiac: pellegrinaggio internazionale in Terra Santa
Hanno lasciato Roma il 28 dicembre e resteranno in Terra Santa fino al 5 gennaio. Compongono uno dei gruppi di pellegrini più singolari tra quelli che in questi giorni muovono i loro passi nella terra natale del Risorto. Sono circa 150 membri dell'Azione Cattolica di vari Paesi del mondo, coordinati dalla Fiac e partiti da Roma tutti insieme per un pellegrinaggio internazionale che raccoglie giovani rappresentanti provenienti da Africa, America, Asia ed Europa.