Gennaio 2008
I nomi della pace
Le antiche mura della Sion biblica
«Una parola comune» per voltare pagina
Il grande miracolo accaduto a Gerusalemme
Molti ormai conoscono il calendario a nove bracci ebraico che, in prossimità del Natale cristiano, gli ebrei accendono per la festa di Chanukkah. Scopriamo il significato di questa usanza.
Vertice di Annapolis, occasione o illusione?
L'impegno del presidente Usa, George W. Bush, per la pace in Medio Oriente.
«I cristiani di Gaza vogliono restare», dice il nunzio apostolico
Quella di Gaza è «una situazione che si sta deteriorando rapidamente» ma i cristiani «vogliono restare» lì dove sono nati, mentre la frattura degli ultimi sette mesi fra Hamas e Fatah «si è consolidata e non accenna a risolversi» e «i giochi internazionali intorno al conflitto israelo-palestinese sembrano tener viva anziché alleviare questa situazione». Il nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico presso l'Autorità palestinese, mons. Antonio Franco, non ha buone notizie da portare in Vaticano. Ma i membri della piccola comunità cristiana locale sono decisi a restare nella terra in cui sono nati e alla quale appartengono.
Giusti dell’islam. Una mostra
Tra i circa ventiduemila nomi dei «Giusti tra le nazioni» censiti dallo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, figurano anche quelli di 70 musulmani. Persone che - in nome di valori islamici - si diedero da fare per salvare la vita ad alcuni ebrei durante la persecuzione nazista. Con questo loro gesto hanno ricordato che la frase del Talmud «Chi salva una vita salva il mondo intero» compare anche nel Corano. Oggi, però, sono i più dimenticati tra i Giusti, perché politicamente scorretti sia per tanti ebrei sia per tanti arabi. La mostra Giusti dell'islam racconta alcune delle loro storie.
Le Chiese: rimuovere l’embargo contro Gaza
Nei giorni scorsi anche i leader delle Chiese di Terra Santa hanno chiesto la fine dell'embargo contro la Striscia di Gaza. In un comunicato diffuso il 22 gennaio e firmato «i capi delle Chiese di Gerusalemme e Terra Santa» lo definiscono «una misura illegale di punizione collettiva, un atto immorale che viola i diritti umani fondamentali, la legge naturale e il diritto internazionale». All'appello ha fatto eco lo stesso giorno il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, che da Ginevra chiede ai cristiani di tutto il mondo di mobilitarsi.
Custodi di una presenza. I cristiani in Terrasanta
La situazione in Terra Santa è caratterizzata anche da una presenza dei cristiani minoritaria ma significativa, che pur nelle gravi difficoltà e con divisioni fra le differenti confessioni, esprime svariate testimonianze di dialogo e di costruttività. Di tale presenza è espressione la Custodia francescana di Terra Santa, alla quale da otto secoli sono affidati i luoghi più cari e significativi della cristianità. Ne parla a Bergamo, sua terra natale, il padre Custode, Pierbattista Pizzaballa.