Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Accade a Betlemme

l'editoriale
12 dicembre 2007
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

Arroccata sui colli della dorsale che costituisce lo spartiacque fra il Mediterraneo orientale ed il Mar Morto, Betlemme si scorge da lontano con i suoi molti campanili e un minareto che svettano verso il cielo.

Nonostante il deserto sia poco distante, i campi attorno la città sono fertili; i pendii troppo bruschi sono stati terrazzati per consentire le coltivazioni di viti, olivi, mandorli e fichi, campi di orzo e di grano. Da sempre punto nodale nelle vie che collegano Nord e Sud, Betlemme è anche il crocevia tra il Vecchio Testamento e il Nuovo. Qui è avvenuta la svolta decisiva per l’umanità: la nascita di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Qui, il Verbo Incarnato è entrato nella vita umana; qui, nella penombra di una grotta, ha atteso l’omaggio degli umili pastori. Qui, poco dopo, ha ricevuto il riconoscimento dei Magi, i dotti dell’epoca. Qui ha avuto luogo la strage degli Innocenti, primo segno di quanto Gesù dirà, più tardi: «Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra: non sono venuto a portare la pace, ma la spada» (Mt. 10, 34). Tutto questo è accaduto a Be tlemme e accade ancora. «Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2, 11-12).

Per Luca l’evento di questa nascita è l’oggi della Salvezza, l’inizio di quel tempo nuovo in cui si compiranno le promesse dei profeti. Ma il segno che accompagna l’«evangelo» dell’angelo, il suo messaggio di gioia, non è niente di più che un «inutile infante». L’insignificanza si fa per noi «segno». Segno di un Dio diverso. Nessun riflettore è puntato su quel bambino avvolto in fasce: la gloria del Signore avvolge di luce i pastori, non il neonato, avvolge quei «piccoli», ritenuti lontani dall’osservanza della legge, a cui il Padre ha voluto rivelare il suo mistero (Lc 10, 21).

Come ci raccontano le sorelle clarisse nella consueta rubrica dedicata alla spiritualità, «Betlemme è un invito a lasciare che sia Dio a raccontarci la sua gloria. Perché per noi la gloria è onore, successo, potere e fama; per Dio la gloria è una carne che si dona perché altri abbiano la vita. La gloria annunciata dal canto degli angeli a Betlemme si rivelerà compiutamente nella Pasqua di Gesù, in quel suo dare la vita per noi, amandoci sino alla fine».

Come ricevere l'Eco

Il tabloid Eco di Terrasanta viene spedito ogni due mesi a tutti coloro che sono interessati ai Luoghi Santi e che inviano un’offerta, o fanno una donazione, a favore delle opere della Custodia di Terra Santa tramite la nostra Fondazione.

Maggiori informazioni
Sfoglia l'Eco

Se non hai mai avuto modo di leggere Eco di Terrasanta, ti diamo la possibilità di sfogliare un numero del 2023.
Buona lettura!

Clicca qui
Sostienici

Terrasanta.net conta anche sul tuo aiuto

Dona ora
Newsletter

Ricevi i nostri aggiornamenti

Iscriviti
La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle