La Palestina di Gianluca Solera è una terra ricca di storie, volti e incomprensioni che continuano a dividere la Terra Santa. Per raggiungerla bisogna abbandonare i pregiudizi che la ritraggono pericolosa come i suoi abitanti. In Muri, lacrime e za'tar. Storie di vita e voci dalla Palestina l'autore narra la sua esperienza di pellegrino, accompagnata dal sapore dello za'tar, il timo che insaporisce l'olio palestinese. Grazie alla dettagliata cronologia, agli approfondimenti e alle testimonianze raccolte dall'autore si capiscono le ragioni di un conflitto che, senza il serio impegno di entrambi le parti, continuerà a innalzare muri in Terra Santa.
Oltre il muro si entra in uno Stato che non esiste. Fatto di permessi negati, bambini che ogni giorno attraversano i check points per andare a scuola e famiglie divise. Ma anche di soldati israeliani che si ribellano alle continue violenze ed ebrei che oltrepassano le frontiere per raccogliere le olive insieme ai «nemici». La Palestina di Gianluca Solera è una terra ricca di storie, volti e incomprensioni che continuano a dividere la Terra Santa. Per raggiungerla bisogna abbandonare i pregiudizi che la ritraggono pericolosa come i suoi abitanti. In Muri, lacrime e za’tar. Storie di vita e voci dalla Palestina l’autore narra la sua esperienza di pellegrino, accompagnata dal sapore dello za’tar, il timo che insaporisce l’olio palestinese.
Fin dal villaggio di Mas-ha, a pochi passi dalla Linea Verde, confine provvisorio che separa la Cisgiordania da Israele, emerge lo stato di segregazione in cui sono costretti a vivere i palestinesi. Senza possibilità di muoversi e coltivare le loro terre. Le conseguenze sociali e umane dell’occupazione rendono ancora più drammatico l’isolamento di una popolazione che lotta per difendere la propria identità. Da Nablus a Jenin, passando per le spiagge di Gaza e la valle del Giordano, le testimonianze degli abitanti si intrecciano fino a comporre la storia di musulmani e cristiani scacciati dalla loro terra. Il desiderio di vivere in pace è sempre presente negli appelli delle associazioni, dei politici e della gente che l’autore incontra. Come la speranza che mantiene vivo Taybeh, l’ultimo villaggio completamente cristiano della Terra Santa. Qui il futuro si costruisce grazie ad una fabbrica di birra. Mentre ad Al Khadhir le diverse religioni sono unite nel culto di san Giorgio, profeta Elia per gli ebrei, angelo della sapienza per i musulmani e cavaliere per i cristiani.
La parte centrale del libro, invece, ricostruisce la percezione che gli israeliani hanno dei loro vicini. Una prospettiva poco conosciuta che evidenzia la manipolazione della memoria collettiva da parte dello Stato ebraico attraverso i libri di scuola. O il richiamo alla sicurezza nazionale per continuare a giustificare il regime di apartheid esistente nei Territori palestinesi. A rompere il fronte però, sono quegli stessi militari israeliani che rifiutano di combattere la guerra delle colonie.
Grazie alla dettagliata cronologia, agli approfondimenti sui vari aspetti della situazione palestinese e alle testimonianze raccolte da Gianluca Solera si capiscono le ragioni di un conflitto che, senza il serio impegno di entrambi le parti, continuerà ad innalzare muri in Terra Santa.